di Edel Mulumba
da Kinshasa (Repubblica democratica del Congo)
Le televisioni di tutto il mondo hanno rilanciato le immagini della grande partecipazione alla Messa celebrata da papa Francesco nella mattina del 1° febbraio, si parla di oltre 1,5 milioni di fedeli che hanno seguito il rito zairese in francese e in lingala, la lingua parlata a Kinshasa, ma anche in swahili, kikongo e tshiluba. Il clima di festa era assicurato soprattutto dai canti guidati da un coro di 700 cantori creato per l'occasione e diretto da don Cola Lubamba, con i banankembi (le piccole ballerine vestite di bianco), le danze, gli strumenti musicali e altre particolarità proprie.
Monsignor Jean Christophore Amade, padre bianco dei Missionari d'Africa e vescovo di Kalemie-Kirungu, 62 anni.
Nell'omelia di papa Francesco un messaggio centrale, "Pace". Per monsignor Jean Christophore Amade, padre bianco dei Missionari d'Africa e vescovo di Kalemie-Kirungu, il Santo Padre ha voluto sottolineare ai congolesi che le condizioni della felicità dipendono da essi stessi."In effetti, è vero che ci offendiamo a vicenda. E se non siamo disposti a offrire il perdono e riceverlo, rimarremo bloccati. È così che inizia per noi la sventura. È tempo di prendere il coraggio di dare la pace, di deporre abbassare le braccia e concedere il perdono. Poi è importante saper vivere in comunità, perché questo è il modo di essere dell'uomo. E se c'è sviluppo, avviene solo in comunità, mai un individuo senza altri, così si cercherebbe solo il potere, la carriera e le proprie ambizioni. Infine, la missione del Signore Gesù è di renderci messaggeri di pace. Svolgendo questa missione di portatori di pace, costruiremo la pace nel nostro Paese", ha detto monsignor Amade.
"La lezione per noi congolesi è che dobbiamo assumerci la responsabilità, noi stessi e i nostri leader. Le parole del Santo Padre Francesco sono per noi una preghiera davanti a Dio. Gli stranieri ci sfruttano con la nostra complicità. E la forza del nostro sviluppo sta anche nella le nostre mani. Crediamo in noi stessi e il resto lo farà Dio".
(traduzione di Roberto Ponti)