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mercoledì 31 maggio 2023
 
 

Il coraggio di Manuela

07/08/2013  Manuela ha un figlio naturale imperfetto e uno non naturale, scelto imperfetto: «sono diventati perfetti e indistinguibili nell’accoglienza»

«Che vuol dire "a tutti costi"? A tutti i costi non esiste … Esiste solo se consideriamo l’impedimento fisico del partorire, questo è ciò che lo genera. Io conosco tutte le sfumature del desiderio di maternità. Mia figlia è arrivata a quarant’anni ma la volevo da quando ne avevo 18. Eppure, la realtà ha superato il sogno: se l’obiettivo è dare amore, e deve essere questo, un bambino arriva con facilità».

Molto forti le parole della signora Manuela Bondielli, 53 anni, mamma di Elsa e Alessandro, adottato circa tre anni fa. Non poteva avere figli ma, racconta, finalmente le sue preghiere sono state ascoltate e rimane incinta a quarant’anni dopo tante indagini e cure per cercare di recuperare la fertilità. Ma qualcosa va storto: dopo una gravidanza e parto sereni, Elsa, per motivi ancora ignoti, ha un arresto cardiocircolatorio a poche ore dalla nascita.

Inizia il lavoro di Manuela per capovolgere un’esperienza drammatica. Elsa, infatti, sopravvive a quell’evento grazie all’amore e al coraggio di sua madre che non si arrende e non vuole credere ai medici che le dicono di rassegnarsi: la bambina, sottoposta a tante terapie, migliora, riesce a camminare, interagisce con gli altri. Ora ha 13 anni e, tre anni fa, le arriva un fratellino, un “disabile grave”, secondo l’anagrafica.

«Alessandro è stato la seconda gioia - spiega Manuela - perché volevamo donare la nostra esperienza di amore ad uno di quei bambini che, normalmente, si preferisce non accogliere». Nato con un problema congenito che ha causato la paralisi parziale del lato sinistro del suo corpo, a 4 anni cammina perfettamente, è un bambino sveglio che, se non fosse per l’unico handicap rimasto, il braccio sinistro che muove meno dell’altro, non ha più alcun problema. «Anche questo, un miracolo dell’amore. Io e mio marito ci siamo aperti ad un’esperienza estrema secondo la logica umana, ed è arrivato tutto. Anzi, l’inimmaginabile. Elsa ha un fratellino, noi che l’avevamo atteso tanto un figlio anche prima di lei, perché avevamo fatto richiesta di adozione quando sembrava che non potessimo averli naturalmente, mollando alla fine per i lunghissimi tempi. Sì, mia figlia è disabile ma è la rincorsa alla perfezione che genera infelicità. I frutti sono impensabili se si entra in un’altra ottica: mettere a disposizione ciò che abbiamo dentro per amare, soprattutto un figlio. Questo è l’imprescindibile per me, e lì il figlio naturale, che ho avuto imperfetto, e quello non naturale, scelto imperfetto, sono diventati perfetti e indistinguibili nell’accoglienza».

 
 
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