Si chiude oggi ad Assisi “Il Cortile di Francesco”, una cinque giorni di incontri fra credenti e non credenti, che ha visto la partecipazione di un centinaio di relatori, tra cui due cardinali, due vescovi e quattro ministri. Duecento i volontari che hanno garantito che la città e il Sacro Convento divenissero davvero un’agorà dove donne e uomini potessero incontrarsi e ascoltarsi sul tema dell’Umanità.
Mentre Papa Francesco all'Onu ribadiva con il suo tono pastorale e determinato che "qualsiasi danno all'ambiente è un danno all'umanità" al Cortile di Francesco si dibatteva sull’enciclica Laudato Si’, “una svolta storica per ciò che riguarda l’ecologia, paragonabile alla Rerum Novarum nel 1891” secondo il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia.
“Abbiamo bisogno di un cambiamento di mentalità. Anche con le recenti alluvioni, ci siamo resi conto di quanto è stata cementificata l’Italia. E nella nostra società, troppo cose si sono cementificate in maniera negativa, spero che l’Enciclica ci aiuti a liberarci di questi fardelli di cui ci siamo sovraccaricati” prosegue Bassetti.
Lo stesso Papa Francesco ha denunciato la radice umana della crisi ecologica, un “paradigma tecno-economico” che sembra governare il mondo e passa sopra la testa di tutti. “La Terra ci precede e ci è stata data” e, conclude Bassetti, “alla volontà di potenza bisogna sostituire la volontà di custodire. Siamo diventati padroni del Creato non custodi”.
Sulla stessa linea Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha sottolineato: “La causa del degrado ecologico non sta solo nell’introduzione di troppe sostanze inquinanti nell’ambiente, ma nel degrado morale e sociale che alimenta un sistema che ha un impatto forte sull’ambiente. La ricerca del vantaggio proprio e del profitto si traducono infatti nello sfruttamento dell’ambiente e dell’altro”.
In diversi dibattiti del Cortile di Francesco è emerso poi proprio il legame tra squilibri ecologici e migrazioni, tra sfruttamento dell’altro e dramma dei migranti.
Mentre il cardinale Gianfranco Ravasi nell’omelia della Santa Messa celebrata nella Basilica inferiore di San Francesco, ricordava oggi come “la religione cristiana sia per eccellenza la religione che crea ponti”, davanti alla Basilica superiore, il sociologo Zygmunt Bauman parlava di muri e barriere.
“Il concetto di sovranità nazionale è stato venduto all’asta della globalizzazione, che ci piaccia o no siamo interdipendenti, diventano irrilevanti le frontiere per quanto alte e inespugnabili” spiega Bauman. “Assistiamo a un divorzio tra il potere, che dovrebbe essere esecutivo, e la politica, che dovrebbe sceglie cosa fare. Oggi sono inconciliabili potere e politica: il primo è ormai globalizzato, sfugge alle logiche nazionali, mentre la politica è ancora confinata alle singole nazioni. Ogni governo cerca di avere il massimo controllo del proprio Paese, ma è invece soggetto a pressioni inaspettate, da parte delle borse e dei mercati finanziari”.
Il fallimento della politica lo si vede anche in Europa dove, chiosa Bauman, “i richiedenti asilo devono arrivare illegalmente: l’Ue sta chiudendo le sue porte e l’Europa si sta trasformando in fortezza, i tanti morti tra coloro che tentano di attraversare il Mediterraneo sono il frutto di Frontex, che sta sigillando le frontiere”.
Se il pensiero di Bauman è tornato nell’intervento dello storico Franco Cardini sull’humanitas francescana, si è continuato a ragionare su San Francesco con Massimo Cacciari, di architettura con Santiago Calatrava, mentre la chiusura questa sera sarà sul tema dell’Umanità, con la presidente della Rai Monica Maggioni e il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.