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venerdì 17 gennaio 2025
 
 

Vaticano, quel "corvetto" senza ali

27/08/2012  Il secondo imputato nella vicenda Vatileakes, Claudio Sciarpelletti, tecnico presso la Segreteria di Stato, vittima delle proprie bugie. E del plico con pagine del libro di Nuzzi.

Una parte delle bozze del libro di Gianluigi Nuzzi. Nella  «busta bianca formato medio, chiusa, con su scritto sulla parte davanti "Personale P. Gabriele" e sul retro, riportante il timbro a secco bleu della Segreteria di Stato – Ufficio Informazione e Documentazioni» c’erano, in particolare, i  testi del paragrafo Napoleone in Vaticano pubblicato nel volume Sua Santità, Le carte segrete di Benedetto XVI. Non documenti riservati, dunque, né epistole del Papa, né, tantomeno, documenti sottratti dalla sua stanza.

A incriminare Claudio Sciarpelletti, il tecnico informativo dipendente della Segreteria di Stato rinviato a giudizio per favoreggiamento nel processo che vede imputato anche Paolo Gabriele, sono state, in sostanza, le sue stesse dichiarazioni contrastanti e quel plico, trovato nella sua scrivania, che ha reso evidenti i suoi rapporti con l’ex maggiordomo del Papa.

Sciarpelletti, dopo una notte passata in cella, era stato subito rilasciato. Ma i suoi interrogatori avevano lasciato più di un dubbio. L’uomo aveva prima negato di avere frequentazioni con Gabriele, poi aveva ammesso che uscivano insieme con le rispettive famiglie. Sulla busta trovata durante la perquisizione del suo ufficio, poi, aveva dichiarato che gli era stata consegnata dallo stesso Gabriele «affinché io gli esprimessi un parere… Era mia intenzione aprirla e leggerla, ma non l’ho mai fatto perché la cosa non mi interessava più di tanto e a distanza di tempo, me ne sono dimenticato».

Poi ha dichiarato che gli fu «consegnata da W affinché io la conservassi e la consegnassi a Paolo Gabriele. La busta mi è stata consegnata circa due anni fa ed è rimasta sempre chiusa e nella mia scrivania. Francamente io me ne ero dimenticato in quanto nessuno me l’aveva chiesta». Infine ha aggiunto di aver «ricevuto una busta simile, sempre chiusa, con apposti alcuni timbri…, di cui ignoro il contenuto, da parte di X».

Tutte queste contraddizioni hanno reso difficile la posizione di Sciarpelletti, indagato in un primo tempo anche per furto e violazione di segreto. Per entrambi i reati il giudice istruttore presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Piero Antonio Bonnet, ha deciso di non procedere per insufficienza di prove. Resta invece il reato di favoreggiamento per il quale Sciarpelletti si presenterà in giudizio, insieme con Paolo Gabriele, il prossimo autunno.

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