Una pagina del diario di Cornelio Tamborini
Mio padre Cornelio, nato a Marcello il 5 agosto del 1923 , ha scritto un diario durante la sua permanenza a Kempten in Baviera. Era stato inviato come "volontario" a lavorare in una fabbrica che costruiva aerei, come falegname.
Non amava ricordare quello che aveva vissuto e ci raccontava solo episodi positivi, come quello succesogli durante la fuga dalla Germania. Con alcuni compagni scappava da Kempten, portando con loro la moglie e la figlia piccola di un uomo che faceva loro da interprete durante la prigionia. Una notte si fermarono a dormire in un cortile senza sapere dove fossero. All'alba si sentì toccare su una spalla. Aprì gli occhi e vide davanti a se un ragazzo più o meno della sua età, in divisa da "SS". Si sentì gelare il sangue. Quel giovane soldato, invece, mostrò a mio padre la via di fuga e li salvò.
Lui ci ricordava sempre che il bene c'è in tutte le persone. Raccontava anche del suo arrivo a Milano in treno, dopo aver fatto tutta la strada a piedi da Kempten a Bolzano; e delle madri che in stazione gli si aggrappavano al collo per chidergli dei loro figli senza neanche sapere con chi stessero parlando.
Una cosa che rattristava molto mia nonna invece il fatto di non averlo riconosciuto, al suo arrivo in cortile tanto ere cambiato e "macinato". Con mia zia, che allora aveva 16 anni, manteneva i contatti epistolari. Tra loro avevano anche concordato un codice segreto perché le lettere erano censurate. Quando finì il quaderno, continuò a scrivere il suo diario sulle pagine della rivista di propaganda "La Fiaccola d'Europa" che mia zia gli spediva per fagli sapere le notizie.
Grazie per avermi letto. A presto e buon lavoro.
Maria Gabriella Tamborini residente a Ispra provincia di Varese.