Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 04 ottobre 2024
 
 

Il disagio degli immigrati

25/02/2012  Secondo la Caritas sette immigrati su dieci vivono in condizioni di grave disagio. E la crisi non aiuta.

Il disagio sociale e non solo affligge anche la popolazione degli immigrati presente nel nostro paese. Secondo un’indagine dell'Area sanitaria Caritas, in collaborazione con la Rete Italian National Focal Point dell'Istituto superiore di sanità (Iss), condotta su un campione di utenti del  servizio di medicina generale del poliambulatorio Caritas di Roma, è emerso che il 73,65% riporta gravi difficoltà di vita in Italia e più del 10% di immigrati soffre di disturbo post traumatico da stress. Per ogni difficoltà post-migratoria in più incontrata, il rischio di sviluppare questo disturbo aumenta di 1,19 volte.

«I dati emersi oggi attraverso il lavoro della Caritas, in collaborazione con il nostro Focal Point, ci dicono che oltre 7 stranieri su 10 nel nostro Paese vivono in condizioni di grave disagio», ha commentato il presidente dell'Iss Enrico Garaci. «Questo conferma che il concetto di cura è un concetto globale e va oltre il singolo intervento terapeutico. Nella popolazione immigrata è fondamentale, dunque, un'attenzione altissima alla  possono far ammalare il corpo, in quell'unità indivisibile che è la persona». Le cause principali di questo disagio sono facilmente intuibili: le possibili esperienze traumatiche vissute, le difficoltà di adattamento al nuovo contesto sociale, talvolta intriso di atteggiamenti negativi di discriminazione e razzismo, generano tendenza a isolarsi per paura di subire nuove violenze o dolori.

Il National Focal Point italiano dell’Iss è un organismo costituitosi nel 1997 ed in continuo ampliamento, formato da una rete di esperti di istituzioni pubbliche, organizzazioni non governative e di associazioni di volontariato presenti in differenti regioni italiane, che si occupano del fenomeno migratorio e delle esigenze sanitarie ad esso collegate. L’obiettivo è quello di  potenziare interventi di promozione e tutela della salute in un’ottica multietnica, orientati al riconoscimento e alla valorizzazione di una diversità tra culture che influenza la concezione della salute, della malattia e della cura in ogni individuo sia italiano, sia straniero. In oltre dieci anni di anni di impegno, il tavolo di lavoro ha proposto a livello internazionale e nazionale progetti di ricerca sugli aspetti epidemiologici e psico-socio-comportamentali delle malattie infettive nelle popolazioni migranti, al fine di sviluppare interventi di prevenzione. E, avvertono gli esperti,  esiste un vero intreccio tra rischio psicopatologico e rischio infettivo.

I vostri commenti
2

Stai visualizzando  dei 2 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo