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giovedì 24 aprile 2025
 
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Il Papa: «Il loro sangue sia seme di fraternità»

08/09/2014  Il cordoglio di Francesco per l'uccisione delle tre suore saveriane italiane Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardette Boggian a Kamenge, in Burundi, definite generose testimoni del Vangelo. «Il loro sangue sia seme di fraternità». E padre Pulcini, superiore dei missionari saveriani nel Paese dice: «Facevano un lavoro straordinario per la parrocchia, per la Chiesa, servizi semplici…»

Shock per un delitto efferato e senza una spiegazione plausibile. E un movente, quello della rapina, che convince poco. La morte delle tre suore saveriane italiane Olga Raschietti, Lucia Pulici, e Bernardette Boggian a Kamenge, in Burundi, ha gettato nello sconforto la Congregazione al quale è arrivato il messaggio di cordoglio e speranza di papa Francesco che si è detto «profondamente colpito dalla tragica morte» delle religiose. In un telegramma inviato a suo nome dal segretario di Stato, Pietro Parolin alla superiora generale delle missionarie saveriane, suor Ines Frizza, Bergoglio ha auspicato che «il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l'autentica fraternità tra i popoli» assicurando «la sua viva partecipazione al profondo dolore» attraverso la preghiera per queste «generose testimoni del Vangelo» e la propria benedizione ai famigliari, alle consorelle e a tutti coloro che piangono la scomparsa delle due suore italiane.

Padre Mario Pulcini, superiore dei missionari Saveriani in Burundi, che operava insieme alle religiose da molti anni, ha raccontato a Radio Vaticana chi erano le tre sorelle uccise barbaramente: «Le tre consorelle erano qui a Kamenge da circa sette anni», ha detto. «Prima avevano lavorato in Congo, tutte e tre. Poi quando hanno aperto una comunità qui a Kamenge, hanno deciso di venire a condividere il nostro lavoro qui. Suor Lucia Pulici ha lavorato soprattutto a livello di sanità: aveva curato migliaia di malati. Faceva un lavoro straordinario per la parrocchia, per la Chiesa, servizi semplici… Era molto ben voluta dalla gente. Olga aveva lavorato anche lei tanti anni in Congo nella catechesi, nella pastorale dell’ insegnamento… Però aveva una grandissima sensibilità per gli ammalati. Tutti i giorni veniva: “Sono andata da questo, da quest’altro…Sta male, gli ho portato un po’ di latte, un po’ di cose…”. E Bernardetta, che è stata superiora per parecchi anni, anche nella direzione generale, si dedicava soprattutto a scuola di taglio e cucito per ragazze. Veramente è una grandissima perdita per noi, per Kamenge, per la Chiesa nel Burundi e io penso anche per il Congo adesso».

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Le missionarie uccise in Burundi
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