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giovedì 27 marzo 2025
 
gragnano
 

«Il dramma di Alessandro ci interroga tutti»

11/09/2022  Parla il sacerdote amico della famiglia del ragazzo bullizzato suicida: «Questa tragedia ci sprona a dare maggiore impulso alla educazione e formazione, a prestare attenzione e vicinanza al mondo giovanile ed adolescenziale. I ragazzi vanno ascoltati ed accompagnati»

Siano vicini alla famiglia del piccolo Alessandro, conosco i familiari, persone perbene, degne di stima. Questa tragedia ci sprona a dare maggiore impulso alla educazione e formazione, a prestare attenzione e vicinanza al mondo giovanile ed adolescenziale. I ragazzi vanno ascoltati ed accompagnati. Come Chiesa dobbiamo fare la nostra parte. Così come le coppie, le famiglie hanno bisogno di recuperare la centralità della dimensione di fede”. A pochi giorni dalla tragedia che ha coinvolto la comunità di Gragnano, in Campania, per la morte del giovanissimo Alessandro, 13 anni, in un gesto disperato dopo essere precipitato dalla finestra della sua abitazione al quarto piano, don Gerardo Cesarano, parroco della chiesa della Vergine del Carmelo, esprime la necessità di vicinanza ai giovani chiamando in ballo tutti.

Sono finora sei (cinque minori e un maggiorenne) i soggetti identificati come presunti autori dei messaggi di insulti e minacce inviati sul telefonino di Alessandro, morto giovedì nella cittadina del napoletano.

Le serrande dei negozi di Gragnano nella giornata dei funerali erano abbassate, mentre in chiesa l'arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, monsignor Franco Alfano, commentando il Vangelo delle Beatitudini avvertiva sulle dure conseguenze per chi non avrà vissuto seguendo la via della pace e del rispetto, calpestando i fratelli. Continuano intanto gli approfondimenti, condotti di pari passo tra la procura di Torre Annunziata - che ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di istigazione al suicidio - e la procura del tribunale per i minorenni di Napoli. Sarebbero imminenti le iscrizioni nel registro degli indagati dopo che i funerali hanno visto la famiglia stringersi in un disperato dolore. Il lutto cittadino avvolge la cittadina in un momento di riflessione per una sequenza di episodi che hanno reciso l’esistenza di un giovane studente.

Siamo alle spalle della chiesa di San Leone, dove per 21 anni don Luigi Milano è stato al fianco di una comunità vivace, capace di far riflettere giovani e meno giovani. “Il bullismo è un fenomeno che si sviluppa perché i ragazzi non sono educati a riconoscere, apprezzare e valorizzare sé stessi. Non si autostimano – commenta il sacerdote -. È la reazione di chi usa l’aggressività e la violenza perché si sente inferiore, o addirittura nessuno, inutile. Per darsi un tono il bullo si associa con altri che patiscono la stessa condizione ‘fantasma’ e così nasce il branco che, forse per una sorta di proiezione inconscia, esercita una pressione negativa, asfissiante, che fa compiere, da parte di chi la patisce, gesti estremi che possono arrivare fino al suicidio. Un bambino, durante una celebrazione eucaristica, l’anno scorso ha detto: il bullo è uno che ha paura e perciò si nasconde dentro gesti violenti”.

La morte di Alessandro, inizialmente etichettata come incidente domestico, ora pare un suicidio. Un atto causato da bullismo e perciò ci sono 6 indagati: quattro minorenni (tre ragazzi e una ragazza) e due maggiorenni. «Credo che questa tragedia debba scuotere concretamente tutti i genitori, perché abbiano il coraggio di gerarchizzare le priorità: mettere al primo posto la necessità di dedicare tempo ai propri figli, ogni giorno, per conoscerli in profondità e riuscire a comunicare in maniera autentica, vera – commenta don Luigi Milano -. Molti sono abbandonati a se stessi e perciò diventano aggressivi, bulli. Occorre creare sinergie tra le agenzie educative deputate all’educazione».

 

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