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martedì 17 settembre 2024
 
femminicidi
 

Noemi, un delitto che si poteva evitare

14/09/2017  Ennesimo femminicidio. Vittima una giovanissima di 16 anni. Omicida il suo fidanzato di 17. Un rapporto malato che la famiglia di lei aveva cercato di interrompere anche denunciando le violenze. Inutilmente sino al tragico e annunciato epilogo.

Ennesimo femminicidio. Ennesima vittima per cui piangere, la giovanissima leccese di 16 anni, Noemi Durini. Omicida il suo fidanzato di soli 17. Un rapporto malato che la famiglia di lei aveva cercato di interrompere. Inutilmente poiché l'epilogo oltre che tragico si può definire annunciato. Reso ancora più crudele dal fatto che le preoccupazioni della famiglia nei confronti di questo ragazzo erano fondate su ripetute violenze da parte sua e sull'incapacità di Noemi di troncare un rapporto che nessuna ragazza e donna dovrebbe mai non solo portare avanti ma nemmeno intraprendere.

Eppure non è stato possibile. La paura non è bastate e nemmeno il fatto che molti sapevano delle violenze e che la mamma aveva denunciato due volte per percosse il fidanzato della figlia.

E così, dopo la scomparsa della ragazza, dopo giorni di indagini e paura la famiglia ha dovuto affrontare l'esito più orribile. Il corpo di Noemi è stato trovato dai carabinieri sul luogo a Castrignano del Capo in provincia di Lecce. Il luogo del ritrovamento è stato indicato proprio dal fidanzato, primo tra i sospettati, che, torchiato dagli investigatori, ha confessato. Ora è indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Si teme che sia coinvolto anche il padre 41enne del ragazzo, indagato per sequestro di persona e concorso in occultamento di cadavere.

Ora, anche se troppo tardi, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha avviato tramite l'ispettorato accertamenti preliminari sulla procura per i minorenni di Lecce sul cui tavolo c'erano le denunce della mamma di Noemi. Ed è comprensibile lo sdegno di molti per un omicidio che si sarebbe potuto evitare. Come quello della Rete Antiviolenza: «I genitori della ragazza sapevano che la figlia rischiava la vita, avevano denunciato l'assassino e chiesto aiuto, ma non era stato preso alcun provvedimento cautelare. È l'ennesima volta che una tragedia avrebbe potuto essere evitata se magistrati e forze dell'ordine non avessero sottovalutato il rischio e avessero agito tempestivamente con gli strumenti che la legge consente e prevede».

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