Fiducia, futuro, sostegno, maggior
peso in politica… Questo
chiedono i giovani, che si affacciano
all’età adulta e che, faticosamente
in questo momento
storico, cercano la loro strada verso
un’affermazione che non sia solo professionale
e che dia loro la possibilità
di diventare adulti, di avere un lavoro,
una famiglia e una presenza sensibile
sul territorio in cui vivono.
Ai sogni di questi ragazzi ha risposto
Strike!, fortemente voluto dall’Agenzia
provinciale per la famiglia e
per i giovani di Trento, che ha donato
ai vincitori un assegno di 1.000 euro
per svolgere un progetto che abbia
ricadute sui giovani del territorio. Saranno
loro i protagonisti del Festival
della famiglia, organizzato non a caso
da un’amministrazione da sempre
fautrice di un modello di promozione
della famiglia che andrebbe copiato
ed esportato ovunque, visti i buoni risultati
ottenuti in campo di natalità e
conciliazione famiglia-lavoro.
Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia,
intercetta le domande dei giovani:
«Per quanto riguarda la fiducia,
voglio ricordare che offrire l’opportunità
ai ragazzi di interpellare il mondo
degli adulti è il nostro modo per fargli
capire che crediamo in loro. Troppo
spesso si sentono dire che non hanno
iniziative, che sono troppo seduti.
Noi li coinvolgiamo in un modello di
co-progettazione in cui lavorano insieme
alle famiglie e alle istituzioni.
Questo dimostra che siamo pronti a
consegnare il futuro nelle loro mani».
I ragazzi si aspettano sostegno prima
di tutto dalla famiglia: «Si dice: “La
famiglia è l’arco e il giovane è la freccia”.
Il giovane non vuole tutela. Deve fare il
salto da solo. Sta invece agli adulti valorizzare
i talenti e le capacità».
E ai giovani che lamentano lo scarso
peso in politica Malfer ricorda:
«Nei livelli della nostra strutturazione
abbiamo i Referenti dei Piani delle
politiche territoriali e la Consulta dei
giovani. Per noi sono interlocutori
importanti. Lavoriamo per dar vita a
politiche generative e per realizzare
i progetti di vita, tra cui fare famiglia
e fare figli. Con il Festival quest’anno
vogliamo mettere in campo programmi
per realizzare progetti, per passare
dalla generatività alla natalità da cui i
ragazzi sono distanti anni luce».
Anche per Francesco Belletti,
sociologo e direttore del Cisf (Centro
internazionale studi famiglia) e tra i
relatori nei tre giorni di incontri, l’attenzione
alla famiglia in Italia è presente
in modo innovativo nel modello
trentino: «Si parte non dal prodotto
“figlio”, inteso come qualcosa di cui c’è
carenza, ma dal sostegno ai futuri genitori
e dei loro progetti di vita».
Generando così speranza e fiducia
verso il futuro: «È quello di cui
due potenziali genitori hanno davvero
bisogno. Il Trentino dimostra che
la comunità può fare molto in questa
sfida», e molto possono fare anche le
famiglie: «Le generazioni adulte dei
genitori dovrebbero domandarsi se
sono capaci di aiutare i figli a spiccare
il volo. Troppo spesso esagerano
in precauzioni e assicurazioni preventive
per evitare rischi che invece non
possono non essere affrontati».
I figli hanno bisogno di sentire
che i genitori si fidano di loro e che
ce la possono fare: «Forse anche a cena
in casa, almeno per una volta, si potrebbe
smettere di parlare della crisi e
raccontare le opportunità, le possibilità,
i sogni che diventano progetti concreti.
Come è successo per i ragazzi di
Strike! in Trentino.»