Sono giovani chiamati a
raccontarsi, quelli coinvolti
nel Festival della famiglia
di Trento dall’1 al
3 dicembre. Giovani portatori
sani di desideri, alla
ricerca di nuove forme
per praticare il proprio
appuntamento con il mondo.
Giovani che porteranno idee e proposte
ad adulti vogliosi di ascoltarli e
prefigurare nuovi orizzonti. Quegli
stessi, che siano istituzioni o famiglia,
che dovranno immaginare risposte
per loro e costruire insieme nuovi futuri
possibili.
Gianluigi Rosa, di Lavis, a 17 anni
perde una gamba in seguito a un incidente.
Per lui inizia così una seconda
vita, prima in carrozzina e poi con una
protesi. All’inizio non è facile, ma capisce
che la sua condizione non è necessariamente
un limite. Lo sport, in particolare
lo sledge hockey (una variante
dell’hockey su ghiaccio) gli offre una
nuova opportunità di esprimersi. E si
scopre un campione. Viene convocato
in Nazionale, partecipa alle Olimpiadi
di Vancouver, vince nel 2011
l’Europeo, poi le Olimpiadi di Sochi,
e ancora agli Europei, dove con l’Italia
torna a casa con la medaglia d’argento.
Vittoria Demare, residente a Canova
di Gardolo, dopo un’esperienza
nell’animazione parrocchiale si
accorge che nel quartiere manca un
centro giovanile che accolga anche i
tanti ragazzi di origine straniera. Nel
2003, a 19 anni, fonda assieme a
un gruppo di amici l’associazione
Carpe Diem con cui gestisce un centro
per bambini, rispondendo alle esigenze
dei nuovi residenti. Oggi guida
due centri per bambini a Canova e
Spini di Gardolo e nel 2015 ha inaugurato
il Forno sociale di Gardolo.
INVENTARSI IL FUTURO
Andrea Morandi non si ritrova più nel suo lavoro di geometra e la carenza di commesse lo spinge a cambiare strada. Nasce così il progetto Ortociclo, che avvicina contadini produttori e consumatori; si basa su un sito internet ma soprattutto sul metodo di consegna. Andrea inventa la bicicletta “Ortociclo”, costruita per lui da artigiani. Con la bici-cargo a pedalata assistita consegna porta a porta i prodotti dell’agricoltura locale, a Brescia e dintorni.
Martina Dei Cas di Ala, a 19 anni, dopo un viaggio nel Nicaragua rurale nel 2011, decide di raccontare la sua esperienza in un libro, Cacao Amaro. Con i diritti d'autore da vita al progetto "Un libro per una biblioteca" che fornisce materiali didattici ai bambini e ai ragazzi di Waslala, affinché possano continuare a studiare e a lottare per realizzare i loro sogni. Martina torna in Nicaragua nel 2013 e da lì nasce il suo secondo romanzo "Il quaderno del destino" (2015), con il quale continua il progetto.
Sono loro i quattro vincitori di “Strike! Storie di giovani che cambiano le cose”, il bando promosso dall’Incarico speciale per le politiche giovanili dell’Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili della Provincia autonoma di Trento destinato a giovani sotto i 35 anni residenti in provincia di Trento o nelle province limitrofe che hanno avuto successo, ovvero... “hanno fatto strike!”. Quaranta storie raccolte tra cui, a quattro di queste, è stato riconosciuto un premio di 1.000 euro per svolgere un progetto che abbia ricadute sui giovani del territorio.
Perché? «Per parlare dei giovani e della condizione giovanile – attualmente considerata, nel linguaggio comune, una situazione di svantaggio – in modo positivo, per creare fiducia» spiega Debora Nicoletto, 45 anni, coordinatrice del distretto Famiglia e referente della formazione Piani giovani di zona di Trento. «Valorizzare ciò che i giovani del nostro territorio hanno realizzato, anche fuori degli ambiti presidiati dalle politiche pubbliche; ispirare e contaminare chi si affaccia alla fase adulta della vita a promuovere lo spirito generativo nei giovani; ascoltare quello che i giovani hanno da dire e suggerire rispetto alle politiche che li riguardano».
GENERAZIONE PESO PIUMA
E proprio
dall’ascolto è nato un decalogo di proposte,
istanze, richieste da presentare
alle istituzioni e alle famiglie. «I ragazzi
principalmente chiedono fiducia,
che il mondo adulto creda in loro, nelle
loro capacità, competenze e nei loro
sogni. E che gli deleghino a piene
mani il futuro. Poi segnalano la grande
importanza in tutti i loro processi
di vita, tra cadute e riprese, della presenza
della famiglia e degli adulti
di riferimento (che siano l’insegnante,
il professionista o il vicino di casa).
Alle istituzioni, inne, domandano di
presidiare il terreno della loro popolazione
che ormai è un “peso piuma”
nelle politiche» spiega Nicoletto.
«Noi come Provincia autonoma di
Trento crediamo fortemente nei giovani
e nelle scelte da effettuare. Per
questo attuiamo un modello nuovo,
che è praticato e non è teorico, di partecipazione
attiva e coinvolgimento
dei ragazzi nei processi decisionali.
Strike! stesso nasce da una “ricerca-
azione” di tantissime persone che
hanno creduto nella bontà di un progetto
che ascoltasse davvero le istanze
dei ragazzi, con un premio minimo in
denaro ma un grande ritorno in termini
di una loro valorizzazione e di restituzione
dei loro desideri all’interno
del Festival della famiglia».