L'arcivescovo filippino Adolfo Tito Yllana (73 anni) assume l’incarico di Nunzio Apostolico in Israele e a Cipro e di Delegato Apostolico in Gerusalemme e Palestina, prendendo il posto del bergamasco Leopoldo Girelli (68) nominato in India. Per mons. Yllana si tratta del coronamento di un lungo percorso che a partire dal 2001, con la nomina e l'ordinazione arcivescovile da parte di San Giovanni Paolo II, è passato dall'Oceania (Papua Nuova Guinea e Isole Salomone), all'Asia del Pakistan e all'Africa della Repubblica Democratica del Congo, per ritornare nel nuovissimo continente, in Australia, fino alla nomina del 3 giugno in Terra Santa, dove lo aspetta una situazione socio-politica a dir poco complessa.
Primo non italiano ad assumere questo ruolo diplomatico, si dovrà occupare di una Chiesa dove, per la particolare situazione storica e politica, non esiste una vera e propria conferenza episcopale, e i vescovi locali fanno parte dell'Assemblea degli ordinari cattolici della Terra Santa (AOCTS), che riunisce gli ordinari di rito latino e di rito orientale di Israele, Palestina, Giordania e Cipro e il Custode di Terra Santa, presieduta dal Patriarca latino di Gerusalemme, l'arcivescovo francescano Pierbattista Pizzaballa (56 anni).
Monsignor Yllana unisce i tratti tipici delle sue origini filippine all'esperienza maturata a contatto con le comunità cattoliche in giro per il mondo. Egli interpreta bene il decalogo affidato ai nunzi da Papa Francesco: fede, ecclesialità, zelo, riconciliazione, intraprendenza, obbedienza, preghiera, carità, umiltà, legame al Papa. «Essere umili servitori nelle Chiese locali e saper andare oltre la fredda carta delle missive e dei rapporti, esercitando l’arte dell’accompagnamento, sull’esempio del Buon Pastore» è una definizione, sempre di Papa Francesco, che dà al ruolo delle Nunziature Apostoliche, 128 sedi in tutto il mondo, un preciso ruolo pastorale. La Santa Sede è attiva nell’ambito della comunità internazionale come “voce della coscienza” che invita e incoraggia gli interlocutori ad affrontare le sfide in spirito di solidarietà, con un approccio di carattere morale, per promuovere relazioni di amicizia tra i popoli e le nazioni. Oltre ai rapporti ufficiali con le autorità della nazione in cui un nunzio è accreditato, gli è affidato il compito di seguire il processo di scelta dei vescovi diocesani.