Tutto era nato tre anni fa da un testo teatrale di Stefano Massini, ispirato a una storia vera. Ha girato i teatri italiani, per la regia di Alessandro Gassman per tre anni e ora è un film, presentato alla Festa del cinema di Roma. nelle sale dal 3 novembre, diretto da Michele Placido: stesso titolo “7 minuti”, stessa situazione: 11 operaie (tra loro Fiorella Mannoia, Ambra Angiolini e Cristiana Capotondi) chiuse in una stanza a discutere di una richiesta dell’azienda.
Pochi minuti per decidere del futuro, della dignità del lavoro e forse del destino di molte persone, in mezzo un mondo: generazioni, vite a volte parallele, tra istinto di fidarsi e paura di perdere tutto, il dramma del lavoro, che non c'è o che si può perdere, come incognita del nostro tempo. Un film che fa riflettere senza dare risposte precotte, un film duro, che ferisce, perché racconta povertà, paura, precarietà, contrasti sociali e soprattutto solitudini. Lo fa con 11 attrici intense, capaci di far uscire l'umanità sofferta dei loro personaggi, così normali, così quotidiani.
Bianca, la più anziana tra le protagoniste, ha la voce e il volto di Ottavia Piccolo, che si racconta a tutto tondo parlando anche del film, nell’intervista in uscita il 27 ottobre, sul numero 44 di Famiglia Cristiana: «Il testo di Stefano Massini è bellissimo, quando l’ho letto mi sono detta: «un testo necessario». Rispetto alla media sia del teatro che del cinema italiano l’abbiamo fatto in tempi rapidi. Massini l’aveva fatto leggere ad Alessandro Gassman che ha interrotto altri lavori per farlo subito. Dopo un anno Placido ha deciso di farne un film e in tre anni si è fatto tutto. È un testo che ci riguarda: parla del lavoro, della dignità del lavoro, delle donne e di quello che subiscono di più rispetto agli uomini. Se c’è un rischio sul lavoro, le donne sono le prime a saltare. Nel preparare questo spettacolo e questo film ho sentito molto lo scontro generazionale: giovani che dicono “Siete bravi voi che potete difendere i diritti, voi tra un po’ andate in pensione e noi se ci mettiamo a chiedere chi ci difende? Abbiamo appena cominciato subito ci cacciano e poi un lavoro chi lo ritrova?" E’ un tema molto sentito. L’altro grande tema è la crisi della rappresentatività, il mio personaggio, Bianca, è la portavoce, la più esperta: improvvisamente cresce sfiducia nei suoi confronti ed è la sfiducia che abbiamo nelle persone che ci rappresentano e che ci porta anche a una situazione politica così poco tranquilla. Ci chiediamo sempre “Perché quello sta lì? Che ci guadagna?"».
L’intervista sul numero di Famiglia Cristiana in edicola