Per scoprire Napoli, bisogna partire dal mare. La macchina da presa di Paolo Sorrentino si avvicina dall’acqua, prima di immergersi tra le case. Lo sguardo intimista ha radici lontane. Per la prima volta il regista si mette a nudo. Racconta la sua vita, i traumi, le passioni, il fascino senza tempo di una città che, come disse Francesco Rosi, è “il centro del mondo”.
Questa è una storia sincera, ispirata. Nel titolo c’è già un’affermazione: È stata la mano di Dio. Si fa riferimento a Maradona, ma il senso è la ricerca della salvezza. La morte dei genitori, la partita del Napoli. Questo evento si verifica poco oltre la metà del racconto, ma anche a livello narrativo è uno spartiacque.
Il film è l’anatomia di una famiglia numerosa, con parenti eccentrici e tante difficoltà relazionali. Ognuno è il pezzo di un mosaico, l’elemento cangiante di un affresco d’altri tempi. È stata la mano di Dio somiglia per tanti versi ad Amarcord. Intanto il cinema è il cardine, onnipresente: una videocassetta noleggiata di C’era una volta in America, un set di Antonio Capuano, un provino per Fellini, una finta telefonata dell’assistente di Zeffirelli…
Il grande schermo accompagna il protagonista, lo spinge verso quello che sarà il suo futuro. Si percepisce un senso di predestinazione, che nasce dal dolore, dalla perdita. Ma È stata la mano di Dio non è solo la cronaca di un lutto. È il ritratto appassionato di una gioventù che, nel bene o nel male, corre come il vento. Le emozioni fluiscono potenti, Sorrentino è abile nel giocare con registri diversi. Nella prima parte l’ironia è molto presente, nella seconda i toni sono più duri. Si fa strada il bisogno di un’identità, la ricerca di un proprio posto nel mondo.
È stata la mano di Dio sorprende. Sorrentino abbandona ogni vezzo, ogni esibizionismo. Mantiene a tratti una vena onirica, ma si fa rigoroso. E realizza forse il suo film più bello, toccante. Gli affetti vengono descritti con sensibilità, l’abbandono e la solitudine sono il motore per ricominciare. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2021, è uno dei cinque film italiani in concorso quest’anno al Lido. È presto per parlare di premi, ma di sicuro la bandiera italiana sventola alta. È stata la mano di Dio arriverà su Netflix il 15 di dicembre, dopo una breve finestra nelle sale cinematografiche dal 24 novembre.