La rivelazione di Julia Roberts fatta un’intervista televisiva sul fatto che Martin Luther King e sua moglie Coretta abbiano pagato il conto dell'ospedale in cui la futura diva di Hollywood nacque il 28 ottobre 1967 ha riacceso i riflettori sull’attivista nero ucciso l’anno dopo, la cui opera continua a essere fonte di ispirazione per chi, come lui, sognava un mondo libero dai conflitti, primo tra tutti papa Francesco.
Martin Luther King aiutò i Roberts perché qualche anno prima, nell’America ancora profondamente segnata dal razzismo, non riuscivano a trovare una scuola di teatro disposta ad accogliere i suoi figli. Finché si imbatterono ad Atlanta Actors and Writers Academy gestita dai genitori della futura diva. I Roberts accettarono immediatamente e così nacque l’amicizia con i King. La scuola di teatro era nota per sue posizioni progressiste tanto che una sera un membro vicino all’organizzazione razzista Ku Klux Klan fece esplodere un’automobile vicino a un camioncino usato come palcoscenico mobile. Così, quando i Roberts si trovarono in un momento di difficoltà finanziaria, i King pagarono le spese ospedaliere per la nascita della loro figlia Julia. Che ora ha ricordato la circostanza in occasione del suo 55° compleanno.
La figura carismatica del pastore protestante King affascinò papa Paolo VI che lo volle incontrare il 18 settembre 1964 nei Palazzi Apostolici e tre giorni dopo il suo assassinio, avvenuto il 4 aprile 1968, nel giorno della Domenica delle Palme, lo ricordò all’Angelus con queste parole: «La nostra speranza cresce altresì vedendo che da ogni parte responsabile e dal cuore del popolo sano cresce il desiderio e l’impegno di trarre dall'iniqua morte di Martin Luther King un effettivo superamento delle lotte razziali e di stabilire leggi e metodi di convivenza più conformi alla civiltà moderna e alla fratellanza cristiana. Piangendo, sperando, Noi pregheremo affinché così sia».
Quarant’anni dopo, un altro pontefice, papa Francesco, ricevette in udienza privata la figlia minore Bernice Albertine King, anche lei impegnata per la non-violenza e nel suo ultimo libro, Vi chiedo in nome di Dio, ha voluto citarlo a proposito della minaccia nucleare: «L’esistenza delle armi nucleari e atomiche mette a rischio la sopravvivenza della vita umana sulla terra. E quindi qualsiasi richiesta in nome di Dio affinché venga frenata la follia della guerra comprende anche una supplica a estirpare dal pianeta quell’armamento. Il reverendo Martin Luther King lo ha espresso con chiarezza nell’ultimo discorso che pronunciò prima di essere assassinato: «Non si tratta più di scegliere tra violenza e non violenza, ma tra non violenza e non esistenza».