Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 18 giugno 2025
 
"Friarielli, non proiettili"
 

Il Giardino degli scalzi: strappata agli spacciatori, terra che dà buon frutto

30/03/2017  A Napoli c'è un agrumeto nascosto, fino a ieri, nel cuore di Materdei. Abbandonato da circa 30 anni, era la via di fuga di chi spacciava droga, ma anche una discarica a cielo aperto. Era il simbolo dell’illegalità: oggi è rinato grazie a persone di buona volontà.

Quando un frutto è buono? Un frutto è buono quando cresce senza pesticidi, senza smog o altri agenti inquinanti”. Caterina, 8 anni mangia uno spicchio del mandarino appena colto dall’agronomo. Poi indossa i guanti con i fiorellini e strappa dalla terra finocchi, broccoli e un cespo di insalata. Si stupisce guardando i colori intesi della verdura e della frutta ma soprattutto sente i profumi di un giardino ri-nato in questa primavera. Nel dedalo di vicoli di Santa Teresa degli Scalzi c’è quello dedicato a Sant’Agostino (Vico Lungo Sant’Agostino degli Scalzi). In quella stradina, chiuso tra i palazzi c’è un giardino di 2.500 metri quadri.

 

E’ il giardino dell’Augustissima Arciconfraternita dei Pellegrini. Un agrumeto fino a ieri, nascosto nel cuore di Materdei. Abbandonato da circa 30 anni, era la via di fuga di chi spacciava droga ma anche una discarica a cielo aperto. Era il simbolo dell’illegalità che in quartieri difficili come quelli, spesso regna dentro e fuori i cortili dei palazzi. Era. Perché con l’affidamento all’associazione Gioventù Cattolica (Asso.Gio.Ca.) c’è chi prova a cambiare le cose, ripulendo quel giardino, strappandolo a chi se ne era appropriato abusivamente e restituendolo a tutti i napoletani affinché possano goderne. Gianfranco Wurzburger, presidente dell’Asso.Gio.Ca. ha messo in conto tutto. Non solo le difficoltà materiali, come le spese da sostenere insieme ad Enel Cuore onlus, i volontari da motivare e la diffidenza del vicinato. Gianfranco Wurzburger ha messo in conto anche le minacce. Come i sei proiettili a salve che lo scorso febbraio ha ritrovato nel terreno.

 

Al posto dei proiettili noi ci abbiamo piantato i friarielli - racconta - vogliamo pensare che quello sia stato un atto vile di qualche sconsiderato che non vuole la presenza dei nostri ragazzi nel quartiere. Spesso i cambiamenti sono visti con preoccupazione e pur di impedirli c’è chi compie gesti al limite della legalità. Non ci faremo intimidire – continua Wurzburger – il nostro impegno per far ritornare il giardino all’antico splendore prosegue insieme ai bambini che qui impareranno le regole della legalità grazie alla coltivazione della terra”.

 

Con i ragazzi del servizio civile, l’associazione Gioventù Cattolica insiste e insieme ai bambini di un’altro quartiere difficile, quelli di piazza Mercato, festeggia la rinascita di quel giardino nel giorno dedicato all’impegno e alla memoria delle vittime delle mafie promosso da Libera. Minori a rischio, figli di chi sta pagando il suo debito con la giustizia ma anche tanti bambini che hanno voglia di essere soltanto bambini corrono tra gli alberi e le essenze arboree donate dalla Regione Campania. In quel grande agrumeto si divertono. I ragazzi del servizio civile hanno ideato per loro dei giochi che hanno come obiettivo l’insegnamento della legalità, il rispetto per il prossimo e l’applicazione delle regole. Imparano a riconoscere gli alberi e ritagliano fiori con i cartoncini colorati.

 

Poi c’è l’orto. Per i bambini è un gioco. Fanno a gara per essere scelti dai più grandi a lavorare la terra. Con i piccoli rastrelli tracciano i solchi, scavano i buchi con le palette colorate e poi piantano i semini per il nuovo raccolto. Ai bimbi i volontari insegnano che quelle verdure saranno buone e profumate solo se cresceranno in una terra che viene lavorata con impegno e costanza, innaffiata con acqua buona e riscaldata dai raggi del sole.

 

E allora quando un bambino non è più a rischio? “Quando riesce ad apprendere naturalmente le regole di cui ha bisogno”.

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo