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martedì 20 maggio 2025
 
Il Giornale allega il "Mein Kampf"
 

Il Giornale allega il "Mein Kampf" e si giustifica: stiamo solo facendo la storia

11/06/2016  La comunità ebraica e Renzi definiscono "squallida" l'iniziativa. ma per il direttore è solo un modo per storicizzare. Come dicono tutti i revisionisti e i negazionisti del mondo.

Per introdurre i suoi lettori allo studio del Terzo Reich, degna iniziativa a 70 anni dal 2 giugno, che celebra la fine del nazifascismo e la nascita della Repubblica antifascista, il Giornale della famiglia Berlusconi  allega, primo di una serie di otto libri, il Mein Kampf di Adolf Hitler, il manifesto programmatico del dittatore nazista che fece sprofondare l’Europa nell’inferno e generò l’infamia dell’olocausto ebraico ispirandosi anche al genocidio armeno. “Un fatto squallido”, ha commentato il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane. Squallido è anche l’aggettivo adoperato in un tweet dal premier Matteo Renzi.  

La risposta ufficiale del Giornale è quella che danno tutti coloro che si fanno latori di queste iniziative: volevamo fare storia, volevamo "storicizzare". Che è la motivazione con cui giustificano iniziative del genere tutti i revisionisti  e i negazionisti del mondo: li avete mai sentiti dire che volevano fare un po’ di propaganda al nazifascismo, o regalarsi un minuto di popolarità uscendo dalle aule sorde e grigie delle loro aule universitarie, o ancora equiparare ambiguamente le dittature alle democrazie, confondendo il male col bene per finire con l’attenuare e giustificare il male? Macché: la parola d’ordine è una sola - sto-ri-ci-zz-are! - direbbe la Bonanima dal balcone di Palazzo Venezia, scandendo le sillabe.

Peccato che storicizzare veramente significhi innanzi tutto esercitare l’arte del dubbio critico, come diceva Marc Bloch, il grande storico francese fucilato dai nazisti, analizzando e distinguendo. Ci sarebbe una biblioteca intera da allegare, analizzando soprattutto il contesto storico in cui è germinato il nazismo, per capire chi era veramente Adolf Hitler, casomai non lo si fosse capito, prima di leggere il Mein Kampf.

Diffondere i suoi scritti giovanili, mediocri e deliranti, per capire la storia dell'epoca equivale a comprendere i fenomeni artistici della Germania di Weimar allegando i suoi famigerati  e penosi acquerelli. Ma non vorremmo aver dato lo spunto per una prossima iniziativa.  

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