Si dimette? Non si dimette? Ma soprattutto: si deve dimettere? La domanda agita l’assemblea dei gruppi del Pd, che tra qualche ora decideranno se approvare o no la mozione dei Cinque Stelle contro il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri. Matteo Renzi è in pressing perché il Guardasigilli lasci l’incarico prima ancora del voto di sfiducia. “Se cambia il ministro della Giustizia il Governo Letta è più forte”. A unirsi alla mozione di sfiducia dei grillini anche la Lega. Ma è così semplice la questione? Tutt’altro. Pippo Civati, uno dei tre candidati alla segreteria del Pd proporrà una mozione firmata da 15 senatori e deputati per sfiduciare la Cancellieri. La mozione, si legge nel documento, serve a far partire una decisione politica. Decisione che potrebbe portare a una delle specialità dei democratici: dividersi, lacerarsi e inevitabilmente influire sugli assetti del Governo (tra l’altro il presidente del Consiglio Letta ha chiesto di partecipare alla riunione dei gruppi parlamentari). E intanto c’è chi chiede, in virtù delle scissioni di questi giorni dentro il Pdl e dentro Scelta Civica un rimpasto basato sui nuovi equilibri di governo. Ce n’è abbastanza per entrare in un tunnel da cui non si vede, al momento, una via d’uscita.