"Lupo solitario" o terrorista con una rete di complici? Ora che Cherif Chekkat non può più parlare (è stato ucciso dalla polizia la sera del 13 dicembre) spetta agli investigatori francesi scoprire se il giovane che l’11 dicembre ha sparato contro la folla che visitava il mercato di Natale di Strasburgo ha agito da solo o era legato a una organizzazione terroristica. La rivendicazione da parte di ISIS mediante il solito comunicato dell’agenzia Amaq, in cui Chekkat viene definito “nostro soldato”, non fa molto testo, anche perché già in passato lo Stato Islamico (o quel che ne resta) si è attribuito il merito di azioni terroristiche a puro scopo propagandistico. Il ministro degli interni Castaner ha definito la rivendicazione “opportunistica”.
Sembra quindi prevalere l’ipotesi del “lupo solitario”, un individuo radicalizzato senza il sostegno di complici. Tuttavia crea sconcerto e preoccupazione il fatto che il killer sia riuscito a far perdere le sue tracce per 48 ore, sfuggendo ai controlli delle forze di sicurezza francesi.
Sette persone, fra le quali quattro parenti di Chekatt, sono in stato di fermo da parte della polizia francese. Una parte dell’inchiesta si sta svolgendo in Algeria. Qui Sami, un fratello di Chekatt, sarebbe considerato un soggetto fortemente radicalizzato, ma non si sa se possa aver legami con l’azione compiuta da Cherif a Strasburgo.
Mentre le indagini continuano, oggi il presidente della Repubblica Emmanuel Macron visiterà Strasburgo e renderà omaggio alle vittime. Fra loro anche Antonio Megalizzi, il giovane cronista radiofonico italiano colpito alla testa da Chekkat, morto in ospedale venerdì pomeriggio.
La mattina di venerdì è stato riaperto il mercato di Natale, fra i più antichi in Europa e fai più visitati nel periodo natalizio. Ma il clima di festa ormai è stato irrimediabilmente oscurato dalla strage compiuta da Chekkat. Giovedì sera nella cattedrale di Strasburgo si è svolta una veglia di preghiera alla quale hanno partecipato e preso la parola l’arcivescovo cattolico Luc Ravel e il pastore protestante Christian Krieger. Alla cerimonia hanno partecipato oltre un migliaio di persone. Erano presenti anche esponenti della comunità ebraica e musulmana.