Il lavoro? “Domenica no grazie!”. È arrivato questa mattina in Vaticano il movimento nazionale che da tempo si muove per sostenere e affermare il tempo della festa. Là per tutti, la leader ed ex commessa, Tiziana d’Andrea che ha avuto l’onore e l’insospettabile fortuna di essere ricevuta per quasi un’ora dal segretario di Stato Vaticano, monsignor Pietro Parolin.
«Un incontro che doveva durare cinque minuti – ci racconta lei incredula mentre è di ritorno a Treviso - e invece… Abbiamo trovato una persona estremamente umile che ci ha ascoltato in tutto e con la massima attenzione». Ad accompagnare Tiziana in udienza anche don Enrico Torta di Dese, «un prete di strada vicino alla gente e al nostro movimento» e una ragazza di “domenica no grazie”. «Abbiamo presentato la problematica in tutte le sfaccettature; questa deregulation ha cambiato i rapporti nelle famiglie e, anche per chi non ne ha, nelle relazioni. Noi ce l’abbiamo messa tutta con grande impegno civico, abbiamo fatto davvero il possibile. Ora vorremmo essere ascoltati dalla Chiesa e dalla politica, soprattutto laddove ci sono parlamentari cattolici. La sentiamo una battaglia etica, di valori, antropologica».
«Nel tempo ci hanno rimproverato di non voler lavorare. E invece è tutto il contrario. Noi vogliamo lavorare e tutelare i posti di lavoro. Diciamo, anzi, di tenere aperte determinate domeniche ma solo quelle che aiutano l’occupazione chiudendo quando la scelta è palesemente di pura speculazione. Ecco la nostra battaglia, contro la de - regolamentazione del lavoro, i centri commerciali che nascono come funghi e le multinazionali che ci fagocitano e vengono a dettare legge. Prima di andare, poi, abbiamo lasciato a monsignor Parolin due lettere che ha promesso di recapitare al Papa questa sera stessa. In una sottolineiamo i valori dell’uomo e delle relazioni, nell’altra ribadiamo quanto la liberalizzazione ha distrutto rapporti familiari e lavorativi».
Dopo l’incontro privato, Tiziana e gli altri sono scesi in piazza per l’udienza pubblica sventolando un enorme striscione. «Per me era la prima volta in assoluto – conclude lei ormai quasi in terra veneta. Mi sono commossa, è stata un’emozione unica. Questo Papa ha dato una svolta ideologica e di attualità alla Chiesa avvicinandola alla gente. Ne avevamo bisogno; adesso servono dei politici come lui».