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giovedì 01 maggio 2025
 
 

Il medico di famiglia: vaccini obbligatori e raccomandati

28/11/2014  La storia delle vaccinazioni nel nostro Paese. Quelle possono e devono essere consigliate e somministrate anche a soggetti adulti per consentire loro di garantire ottime condizioni di vita e salute sino alle età più avanzate.

La storia delle vaccinazioni in Italia è, per fortuna, una storia lunga e piena di successi. La prima ad essere introdotta fu la vaccinazione antivaiolosa, resa obbligatoria nel 1888 e nel 1939 fu il turno della vaccinazione antidifterica ad essere obbligatoria per i nuovi nati. Si può sicuramente dire che i vaccini hanno profondamente modificato, ed in meglio, la storia della medicina rivelandosi uno strumento formidabile per la riduzione della mortalità e morbosità delle malattie infettive. Basti pensare al Vaiolo, una malattia che uccideva, in Europa nel XVIII secolo, circa 400.000 persone all’anno

Con l’introduzione del vaccino su larghissima scala si è arrivati alla sua completa eradicazione in tutto il mondo, come dichiarato, l'8 maggio 1980, dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Altro enorme successo, la pressoché totale scomparsa della Poliomielite in Europa, dato anch’esso attestato dall’OMS nel 2002. In Italia con la introduzione delle vaccinazioni di massa si è ottenuta una bassissima incidenza, al limite della scomparsa, anche di Difterite, Tetano, Epatite B, Haemophilus influenzae tipo b (meningite) e per altre malattie, tipiche dell’infanzia, si è arrivati ad una nettissima diminuzione della loro diffusione: Pertosse, Morbillo, Rosolia e Parotite. 

I criteri che hanno indirizzato le Autorità Sanitarie, dal 1888 sino ai giorni nostri, ad introdurre le diverse vaccinazioni sono stati, in primo luogo, la disponibilità di un vaccino che fosse, nel contempo, efficace e sicuro e poi la rilevanza sanitaria e sociale della malattia che si voleva cercare di prevenire e/o eradicare. Su queste basi è stato pianificato un programma di immunizzazione di tutti i nuovi nati in cui si sono progressivamente introdotte vaccinazioni verso le seguenti malattie Difterite, Tetano, Poliomielite, Pertosse, Rosolia, Morbillo, Parotite, Epatite B, Haemophilus influenzae B. Le vaccinazioni contro Difterite, Tetano, Poliomielite ed Epatite B sono state introdotte come obbligatorie e l’obbligatorietà permane tuttora.

Quando si parla di vaccinazione il pensiero corre subito ad una misura preventiva da riservare alla popolazione pediatrica ma questo ormai non è più solo così. Esistono vaccini che possono e devono essere consigliati e somministrati anche a soggetti adulti per consentire loro di garantire ottime condizioni di vita e salute sino alle età più avanzate o per proteggere da complicanze infettive i malati cronici o per immunizzare soggetti che sono a rischio di contrarre malattie infettive per motivi di lavoro o di contatto con soggetti infetti. 

Questi sono i casi delle vaccinazioni antiinfluenzali (sopra 65 anni, patologie croniche), delle vaccinazioni antipneumococco (bronchitici cronici, cardiopatici, diabetici), delle ragazze dagli 11 ai 18 anni da vaccinare contro il Papilloma virus o della vaccinazione anti rosolia delle donne in età fertile non immunizzate. Da non dimenticare il vaccino anti-menigococco di tipo C (talassemici, trapiantati, immunodepressi), il vaccino anti-epatite A o il vaccino anti-varicella per immunodepressi o trapiantati o anti-tubercolare (soli operatori sanitari ad alto rischio).

                                 Filippo Carlo Tradati, medico e docente universitario

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