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domenica 24 settembre 2023
 
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«Il messaggio di Maria a Lourdes? La Buona Novella annunciata a poveri, piccoli e sofferenti, testimoni di speranza»

11/02/2023  Nel 2023 la festa dell'11 febbraio coincide con i 10 anni dell’annuncio del ritiro di Benedetto XVI. Parlano il vescovo, monsignor Jean-Marc Micas, e il rettore, padre Michel Daubanes. Il tema di quest’anno è: “Andate a dire ai sacerdoti di costruire una cappella qui”. «Un prolungamento di quello dello scorso anno e si completerà l'anno prossimo con la continuazione delle parole della Vergine Maria a Bernadette il 2 marzo 1858, al momento della 13ª apparizione: "E vengano in processione"»

 di Francois Vayne

«Non so perché papa Benedetto XVI abbia scelto la festa di Nostra Signora di Lourdes per annunciare la sua rinuncia al ministero petrino 10 anni fa, ma non credo che sia stato per pura coincidenza o convenienza! San Giovanni Paolo II ha voluto che l'11 febbraio fosse la Giornata mondiale del malato. Il Santo Padre voleva dirci che era malato, o che la Chiesa era malata? Solo Dio lo sa!». Monsignor Jean-Marc Micas, vescovo di Tarbes e Lourdes commenta così la singolare coincidenza, quest’annno, della festa della Madonna di Lourdes con il decennale del “forfait” di Ratzinger, scomparso il 31 dicembre scorso. «In ogni caso, è chiaro che la festa di Nostra Signora di Lourdes, l'11 febbraio è una data che è passata alla storia. San Giovanni Paolo II le ha dato un significato profondo in relazione al messaggio di Lourdes: la Buona Novella viene annunciata ai poveri, ai piccoli, ai malati, ed essi testimoniano la Speranza che la fede dona; Benedetto XVI l'ha scelta per annunciare che si sarebbe ritirato "dal mondo", per dedicarsi alla preghiera per la Chiesa e per il suo successore. In effetti, è quello che ha fatto Bernadette dopo aver compiuto la sua missione a Lourdes, ritirandosi a Nevers nel silenzio di un chiostro per dedicarsi alla preghiera e al servizio dei malati nell'infermeria».

 

Il vescovo monsignor Jean-Marc Micas, 59 anni. Foto tratta da Maria con te.
Il vescovo monsignor Jean-Marc Micas, 59 anni. Foto tratta da Maria con te.

A Lourdes il decennale della rinuncia di Benedetto a poco più d’un mese dalla sua scomparsa è vissuto con particolare intensità. «Il Santuario (qui il suo sito web ufficiale, ndr.)», ci spiega il vescovo, «ricorda con emozione il pellegrinaggio del Santo Padre nel settembre 2008. Benedetto XVI ha presieduto diversi momenti molto forti in occasione del 150° anniversario delle apparizioni. Dopo l'annuncio della sua morte, il nome del Papa emerito è stato menzionato in tutte le Messe, al Ricordo dei defunti. La radio cattolica della diocesi, inoltre, gli ha dedicato molte ore, raccontandone la vita, il ministero, il ricco insegnamento, il pellegrinaggio a Lourdes. Il giorno del suo funerale, ho presieduto una Messa nella Basilica del Rosario per ringraziare Dio di averci dato Benedetto XVI in un momento in cui la Chiesa stava entrando in una nuova fase della sua storia. Il suo ministero era attento alla verità del Vangelo e alla coerenza cui i cristiani sono chiamati: nella fede, nella vita personale, nella vita ecclesiale, nella liturgia, nella purezza dei costumi. Ha coraggiosamente impegnato la Chiesa in un processo in cui "amore e verità" devono incontrarsi. Abbiamo reso grazie per tutto questo durante la Messa. Ho chiesto a monsignor Jacques Perrier, vescovo emerito di Lourdes, che aveva accolto Benedetto XVI nel 2008, di predicare in questa funzione. Ad oggi, non c'è nulla di specifico in programma nel Santuario per evidenziare l'insegnamento di Papa Benedetto XVI, a parte l'esposizione di molti dei suoi libri nella Libreria della Grotta, e l'incoraggiamento a praticare il Vangelo, che è il modo migliore per valorizzare l'insegnamento dei papi!»

Assume un significato particolare anche la Giornata Mondiale degli ammalati, voluta da Wojtyla, in un momento in cui è al vaglio in Francia una discutibile proposta di legge sull'eutanasia che sembra mostrare scarsa considerazione per la vita umana. «I malati», replica al riguardo monsignor Micas, «sono sempre stati e restano al centro del Messaggio di Lourdes: la Buona Novella è affidata ai poveri, ai piccoli come Santa Bernadette, alle persone ai margini della società, come i pastori di Betlemme... La mia azione pastorale a Lourdes mira a far sì che questo modo di vedere e di fare di Dio non venga mai tradito o distorto. Oggi, nel nostro mondo secolarizzato e materialista, tutto proteso all'efficienza, alla produzione, alla velocità e all'arricchimento, i fragili, e soprattutto i malati, sono scelti da Dio per confondere i saggi e gli intelligenti, i "ricchi" agli occhi degli uomini. Forse è per questo che “imbarazzano” così tanto? A Lourdes i malati sono al primo posto, si dice. E credo che sia vero. Dobbiamo fare in modo che sia sempre così, oggi, domani e sempre, perché il Messaggio di Lourdes è lì, nel palmo delle loro mani.

L'11 febbraio è tradizionalmente dedicato all'organizzazione delle "Giornate di Lourdes". Presidenti delle ospitalità, organizzatori dei pellegrinaggi e molti altri soggetti provenienti da tutto il mondo si incontrano a Lourdes per giornate di lavoro, incontro e preghiera. Con il Rettore, vogliamo che questo lavoro metta sempre i malati al centro delle nostre preoccupazioni, delle nostre organizzazioni e delle nostre decisioni. Vogliamo fare in modo che il Dio che ci parli attraverso di loro e sia ascoltato da tutti. Siamo convinti che quanto accade qui in questa occasione possa essere anche un messaggio per i leader della società civile».

 

Il rettore, padre Michel Daubanes, 58 anni. Foto tratta da Maria con te.
Il rettore, padre Michel Daubanes, 58 anni. Foto tratta da Maria con te.

Con il rettore, padre Michel Daubanes, che condivide in pieno questa filosofia, parliamo anche del suo rapporto personale con Lourdes. «lI santuario è sempre stato molto importante per me, anche fondamentale. Quando ho partecipato con la famiglia ai pellegrinaggi diocesani in famiglia, ho appreso a pregare qui. Impegnandomi nell’accoglienza della mia diocesi e poi di Notre-Dame de Lourdes, devo a questa esperienza la scoperta della bellezza del servire i malati e i piccoli. Vivendo molti incontri e partecipando a molte celebrazioni, devo al santuario la gioia di credere. Dandogli la priorità ogni anno, qualunque altra richiesta mi sia stata fatta, gli devo la mia vocazione, il mio desiderio di essere felice, al servizio degli altri, nella Chiesa».

Nominato rettore di Lourdes lo scorso 3 maggio, padre Daubanes è entrato in carica il 1° settembre, poco più di 5 mesi fa. Che cosa prevede di particolare il programma per la festa di quest’anno? «L’aspetto più originale di questo 2023», ci spiega, «sta già nel fatto di aver potuto organizzare le Giornate di Lourdes: stavamo iniziando a perdere l'abitudine di farlo a causa della pandemia! La novità consiste nel lanciare ampi inviti e constatare l'afflusso di risposte, poter assaporare la gioia di iniziare una stagione che sembra promettente. Oltre ai momenti di conferenze, scambi, riflessioni e laboratori, abbiamo voluto mettere in evidenza i gesti di pietà compiuti dai pellegrini, vivendoli in prima persona, tutti insieme. Si tratta del passaggio alla roccia di Massabielle, del gesto di bagnarsi con l’acqua nelle vasche, di accendere la candela nelle cappelle delle luci che sono state restaurate dopo l'incendio dello scorso luglio e che saranno benedette per l'occasione. Naturalmente verrà presentato il tema per l'anno 2023. I partecipanti a queste Giornate potranno anche avere un primo assaggio di alcuni progetti, anche su larga scala, poiché si tratta di pensare a Lourdes 2030! Parleremo delle missioni di Nostra Signora di Lourdes e dei viaggi delle reliquie di Santa Bernadette. Naturalmente, molto tempo sarà dedicato alla preghiera e alle celebrazioni».

Il tema di quest’anno è: “Andate a dire ai sacerdoti di costruire una cappella qui”. «Un prolungamento di quello dello scorso anno e si completerà l'anno prossimo con la continuazione delle parole della Vergine Maria a Bernadette il 2 marzo 1858, al momento della 13ª apparizione: "E vengano in processione". Il tema di quest’anno mi sembra di grande attualità perché ci invita a riflettere sulla Chiesa. In questi tempi in cui essa viene a volte sballottata, messa in discussione, a volte criticata, i pellegrini potranno interrogarsi sulla Chiesa, stabilire se si sentono coinvolti o meno. Attraverso la cappella, è proprio la nostra comunità cristiana ad essere in gioco. Testimoni della fede, lavoratori del 2023, quale costruzione vogliamo portare avanti? Qui a Lourdes, abbiamo alcune idee sulla cappella in cui i malati sono al centro. La riflessione si preannuncia appassionante e di rilievo, la preghiera decisiva!». Il suo piano pastorale per i prossimi anni? Risponde il rettore: «A rischio di deludervi, non ho un grande piano pastorale! Se non l’ascolto, per conoscere ogni persona che è stata coinvolta nelle atttività di questo santuario per più o meno tempo, e per discernere con gli altri cappellani e i laici che operano nella missione i modi in cui possiamo annunciare il Vangelo a tutte le persone che si presentano alle porte del santuario. Persone che arrivano con pellegrinaggi organizzati, certo, ma anche singoli individui e talvolta persone lontane dalla fede. Le periferie sono alle nostre porte: non è forse questa la sfida più bella che dobbiamo affrontare? Nei prossimi anni, poi, si dovranno intraprendere un certo numero di lavori per modernizzare alcuni edifici, adattare alcuni luoghi e rispondere alle nuove aspettative. Per quanto riguarda i giovani, è già in corso un vasto programma di modernizzazione del Villaggio della Gioventù. E accoglieremo più di 20 mila giovani in viaggio verso la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona in agosto». Negli ultimi anni il santuario di Lourdes sembrava aver subito una sorta di deriva commerciale lontana dallo "spirito di Bernadette". Questo problema è stato ampiamente riportato dalla stampa quando Papa Francesco ha nominato un Delegato Apostolico per riportare il santuario in linea con il messaggio di Lourdes. Il Santo Padre ha quindi nominato un nuovo vescovo, monsignor Micas. Come rettore nominato da Micas, vescovo di Tarbes-Lourdes dal 30 maggio 2022, chiediamo a monsignor Daubanes cosa intenda fare, assieme ai cappellani del santuario, per riportare lo spirito di Bernadette a Lourdes e permettere ai pellegrini di tornare numerosi, attratti dal buon profumo del Vangelo vissuto. «Non voglio entrare nei dettagli del passato”, risponde, «guardo decisamente al futuro! I responsabili di allora hanno dovuto affrontare problemi che non sono più quelli del 2023, e li ringrazio molto per averli risolti! Per quanto mi riguarda, metto al centro delle mie preoccupazioni l'accoglienza incondizionata di tutti, il posto dell'essere umano. D'altra parte, non negozierò mai il fatto che i piccoli e i poveri siano in primo piano nelle nostre assemblee e al centro delle nostre preoccupazioni pastorali. L'economia è al servizio della pastorale, non il contrario! ».

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Dieci anni fa le dimissioni di papa Benedetto, l'eredità di un Pontificato nutrito di fede e ragione
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