Silvio Berlusconi con Niels Liedholm. Si riconoscono Baresi e Tassotti.
Il Milan parlerà thailandese, anche se solo a metà, perché Silvio Berlusconi mantiene una quota del 52 per cento: ma con l'ingresso di Mr Bee Taùechaubol siamo certamente di fronte ad una lunga era trionfale che si chiude, iniziata nel lontano 1986, per la precisione il 20 febbraio 1986.
In panchina sedeva Liedholm, anche se verrà esonerato l’anno seguente.
Dopo una breve parentesi all’insegna di Fabio Capello, per la società guidata da Silvio Berlusconi inizia una stagione indimenticabile, stellare, in cui la squadra vince praticamente tutto. Non solo, ma inventa anche un nuovo tipo di calcio, un calcio moderno che si impone in tutto il mondo.
La stagione 1987-1988 è da ricordare: perché è qui che comincia la sua avventura di coach Arrigo Sacchi.
Daniele Massaro e Franco Baresi arrivano allo stadio Meazza in elicottero per presentare la stagione 1986-1987 del Milan. L'uso coreografico dell'elicottero era una costante dei primi anni del Milan di Berlusconi. In sottofondo veniva diffusa la Cavalcata delle valchirie di Wagner, come in Apocalypse Now.
La differenza si vede: la rosa si compone di grandissimi giocatori quali Paolo Maldini, Filippo Galli, Franco Baresi e, come riserve, (pensate, riserve!) Billy Costacurta e Roberto Mussi. La compagine milanese riesce ad ottenere l’undicesimo scudetto della sua storia. Da quell’anno la storia del Milan è in discesa. La stagione successiva Maldini e compagni vengono incoronati campioni d’Europa, oltre a riuscire a vincere la prima Supercoppa italiana. E’ l’anno degli olandesi: insieme a Frank Rijkaard e Marco Van Basten, Ruud Gullit trascina Milano sul tetto del mondo e garantisce, per gli anni a venire, una serie di successi di grande prestigio. Infatti, nel campionato 1990-1991, il trio olandese vince sia scudetto che Coppa dei Campioni. Parliamo di grandi giocatori: Ruud Gullit ad esempio, in carriera, vinse tre campionati con il Milan, una coppa Italia, due Supercoppe italiane e due Coppe dei Campioni (si tratta solo dei trofei più importanti ottenuti alla corte di Silvio Berlusconi).
Rudd Gullit alza la Coppa dei Campioni vinta a Barcellona nel 1989.
Ma la storia continua: le vittorie continuano e, ad un certo punto, negli anni 90, ritorna Capello. Ed è rivoluzione: il ct, più maturo rispetto alla prima, iniziale stagione, imposta il suo metodo. Un metodo vincente perché in sei anni, a partire dal 1991 fino al 1996 è una pioggia di trofei: scudetti su scudetti, coppe e Supercoppe. Ma il momento di gloria per l’allenatore friulano arriva nella magica stagione 1993-1994. E’ in questo periodo infatti che i rossoneri conquistano la Champions League. La squadra di allora presentava grandi nomi in campo, ma due nomi in particolare hanno fatto la differenza: Savicevic (in gol in finale di Coppa dei Campioni) e Paolo Maldini. Maldini è il perno della difesa del Milan. Ne è diventato un simbolo, un'icona incancellabile: in campo fino al 2009, ha collezionato un’infinita di presenze e valorose prestazioni, tanto da diventare uno dei principali simboli della società meneghina. L’altro grande campione, Savicevic (gioca nel ruolo centrocampista ma occasionalmente è capace di andare in attacco), ha un palmares che parla da solo: 144 presenze e 34 gol, con la vittoria di tre scudetti, tre Supercoppe Italiane, una Supercoppa Uefa ed una Champions League: è considerato il calciatore montenegrino più forte di tutti i tempi. Con l’addio di Capello si apre una crisi: tra esoneri e riconferme, il Milan non riesce ad ottenere grandi risultati a parte la vittoria del campionato italiano sotto la guida di Zaccheroni, nell’anno 2000, in cui troviamo Andrij Ševčenko capocannoniere incontrastato. E’ con Ancelotti allenatore che il Milan di Berlusconi ritrova la sua grandezza e riesce ad ottenere vittorie significative: tra scudetti e Champions League.
Arrigo Sacchi
La società raggiunge il record di trofei internazionali conquistati, ben 18, grazie a Andrij Ševčenko, Kakà, Dida, Alessandro Nesta, tutti campioni di primissima fascia. Dopo la rescissione consensuale di Ancelotti ci sono alti e bassi con il suo successore Leonardo, che otterrà solamente un terzo posto in Serie A. Il resto è storia di ieri. Non molto tempo dopo giunge il livornese Massimiliano Allegri che riesce, nella stagione 2010-2011, a portare in bacheca il diciottesimo scudetto a firma di Zlatan Ibrahimovic (attaccante svedese, ora in forza al Paris Saint Germain). E' proprio lo svedese a fare la differenza, con le sue giocate geniali e i numeri da fuoriclasse che lo hanno reso famoso.
Silvio Berlusconi e Paolo maldini il 18 ottobre 2000
In seguito a risultati poco soddisfacenti, nella stagione 2013-2014, la squadra di Berlusconi passa nelle mani del grande ex: Clarence Seedorf, che non riuscirà a incidere come sperato. Così la guida tecnica arriva a Filippo Inzaghi, ma la situazione risulta essere traballante, con l’ex attaccante che si ritrova già sul filo del rasoio in seguito ad un’annata del tutto incolore. La stagione di Inzaghi è già un ricordo, con l'arrivo di Sinisa Mihailovic. Ed ora? Con una proprietà dal sapore Thai che cosa accadrà? L’unica certezza è che Silvio Berlusconi rimarrà comunque presidente, il resto si vedrà.