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mercoledì 11 settembre 2024
 
 

Il mondo e gli uomini secondo Dondero

19/12/2014  In mostra a Roma fino al 22 marzo, al Museo delle Terme di Diocleziano, 250 fotografie di una leggenda del fotogiornalismo mondiale, a lungo collaboratore anche di "Famiglia Cristiana".

Una foto di Mario Dondero scattata nel 1963
Una foto di Mario Dondero scattata nel 1963

Non ho ancora deciso che cosa fotograferò da vecchio”, dice con aria sorniona Mario Dondero, 86 anni, mentre si aggira negli spazi immensi delle Terme di Diocleziano. Non poteva esserci luogo migliore, uno dei musei più grandi e suggestivi di Roma, per mettere in mostra il lavoro di uno dei più grandi fotografi della nostra epoca: 250 fotografie, testimonianza di una carriera lunghissima e di una vita nella quale, ci disse una volta con modestia, “ho sempre cercato di vivere all'altezza delle margherite”.

 

Nato a Milano nel 1928, Dondero da ragazzo era affascinato dal mare. “Stavo per iscrivermi all'Istituto Nautico di Camogli, ma poi mi è venuta la scarlattina e non ci sono più andato”, racconta. La Marina avrà perso un bravissimo capitano o ammiraglio, ma dal cambio di programma ci ha guadagnato il giornalismo. Dondero comincia a fare il cronista al giornale “Milano Sera”, poi diventa inviato del settimanale “Le Ore”, una rivista che lascia grande spazio alle foto. Così comincia la sua carriera di fotogiornalista (“Non amo la parola reporter perché mi fa pensare a cani come il labrador o il golden retriever”).

 

Dondero racconta con leggerezza i suoi esordi da fotografo. “Avevo”, dice, “il senso di colpa di chi si diverte a scattare fotografie mentre il giornalista faceva un lavoro molto più impegnativo del mio”. Nel 1954 Dondero si trasferisce a Parigi, che utilizza come base di partenza per i suoi reportage in giro per il mondo. In decenni di lavoro egli ritrae attori e scrittori, politici e rivoluzionari, soldati in guerra e contadini nei campi (“Sono specialista nel ritrarre bovini”). Ci ha lasciato memorabili ritratti di Pier Paolo Pasolini, Vittorio Gassman, Maria Callas, Charlie Chaplin, Primo Levi e dei principali scrittori francesi degli anni Sessanta e Settanta.

 

Per molto tempo Mario ha scattato fotografie anche per Famiglia Cristiana, una collaborazione di cui va molto fiero perché, anche se si definisce “miscredente”, egli ha sempre apprezzato l'attenzione del nostro giornale alle persone e ai temi sociali. Oggi Dondero si dichiara un grande ammiratore di papa Francesco. “Sono rimasto subito affascinato da quando, la sera della sua elezione, ha salutato il mondo dicendo 'buonasera'”, confida.

 

Da qualche anno Dondero vive a Fermo, nelle Marche, ma nonostante l'età non più verde continua a viaggiare e a fare fotografie. Restano memorabili, in questi ultimi anni, i suoi reportage sulle attività umanitarie di Emergency. A fine novembre era al Seminario del Redattore Sociale a Capodarco e ogni tanto estraeva dalla tasca la sua Leica chiedendo agli amici : “Posso farti una foto?”.“

 

Quello che mi spinge”, spiega, “è la curiosità intellettuale e la passione civile”. Poi un'ultima confidenza: “Vedere in treno uno che sfoglia il giornale dove c'è una tua foto ti dà il senso della tua presenza nel grande fiume della vita”.

 

 

 

La Mostra dedicata a Mario Dondero è ospitata al Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano. Resterà aperta ogni giorno (lunedì escluso) fino al 22 marzo 2015. L'elegante e ricco catalogo inaugura la nuova collana Electaphoto della casa editrice Electa.

 
 
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