Una donna durante la costruzione di un muretto a secco a Vernazza, in una immagine di repertorio.
L’Arte dei “muretti a secco” entra nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell'umanità dall'Unesco sulla base della candidatura avanzata dall'Italia con Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.
«Un giusto riconoscimento a una tradizione che in Italia unisce da nord a sud la Valtellina e la Costiera amalfitana, Pantelleria con le Cinque terre e in Puglia il Salento e la Valle d'Itria, realizzata e conservata nel tempo grazie al lavoro di generazioni di agricoltori impegnati nella lotta al dissesto idrogeologico provocato da frane, alluvioni o valanghe». È quanto afferma la Coldiretti nell'esprimere apprezzamento per questa decisione.
«La tecnica del muretto a secco - spiega la Coldiretti - riguarda la realizzazione di costruzioni con pietre posate una sull'altra senza l'utilizzo di altri materiali se non un pò di terra. La stabilità delle strutture è assicurata dall'attenta selezione e posizionamento dei sassi». «Questi manufatti, diffusi per la maggior parte delle aree rurali e su terreni scoscesi, hanno modellato numerosi paesaggi, influenzando modalità di agricoltura e allevamento, con radici che affondano nelle prime comunità umane della preistoria. I muretti a secco - sottolinea la Coldiretti - svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle frane, delle inondazioni e delle valanghe e nella lotta all'erosione e alla desertificazione della terra, aumentando la biodiversità e creando condizioni microclimatiche adeguate per l'agricoltura in un rapporto armonioso tra uomo e natura».
Plaude a questa decisione anche la Regione Puglia che era tra le promotrici della candidatura per tutelare una tradizione che considera uno dei suoi punti di forza, ma che unisce in pratica tutta la Penisola. «Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l'ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l'uomo e la natura», evidenzia Michele Emiliano Governatore della Regione. «Questo riconoscimento, aggiunge «celebra un elemento della nostra tradizione che identifica i luoghi della nostra memoria e che si tramanda di generazione in generazione. Grazie a Unesco potremo valorizzare ancora di più l'unicità del nostro territorio e far apprezzare tutta questa bellezza ai visitatori e ai turisti che verranno a trovarci da ogni parte del mondo». «La pietra - sottolinea l'assessore al Turismo della Regione Puglia, Loredana Capone - è quel “dettaglio” che fa la Puglia. Nel muretto a secco poi racconta tutta la genialità e la fatica, la precisione e la bellezza del lavoro dell'uomo. Nel tempo è rimasta una tecnica di divisione nelle campagne ancora valida e bellissima, che diventa paesaggio. Abbiamo sempre creduto che i muretti a secco fossero un patrimonio unico di storia e di identità locale. Oggi questo riconoscimento ci dà ragione. Vogliamo valorizzare i muretti a secco in Puglia e li metteremo al centro di nuovi itinerari»