Avrebbe dovuto essere solo una "temporanea" ma il valore dei messaggi che porta avanti e la curiosità delle opere che espone l'hanno fatta diventare una "permanente". È l'iter compiuto dalla mostra "Senza pericolo, costruzioni e sicurezza" che dalla Triennale di Milano trasloca negli spazi dell'Istituto tecnico industriale Carlo Bazzi di via Cappuccio 2: sia chiaro, non si tratta di una retrocessione, ma, al contrario, di un'occasione per premiare un progetto che ha avuto fin dalle sue origini intenti di natura prevalentemente "didattica". E chi, dunque, meglio di una scuola può diventare sede e teatro di museo stabile dedicato ai temi dell'etica del lavoro e della sicurezza?
«Da una mostra nasce oggi un museo, - ha commentato l'assessore alle politiche del lavoro Cristina Tajani - un percorso di conoscenza dedicato ai più giovani per raccontare agli studenti il lavoro con gli occhi dei lavoratori, dei datori di lavoro, dei progettisti e dei cittadini».
Il nuovo allestimento sarà una vetrina a disposizione degli alunni, delle famiglie e dei visitatori che vedranno da vicino e toccheranno con mano l'importanza di un ambiente sicuro: nel terzo millennio non è più ammissibile vivere in un Paese in cui a ogni scossa sismica le case rischiano di sgretolarsi, in cui in caso di alluvione le strade rischiano di essere sommerse da tonnellate di fango, in cui centinaia di operai muoiono nello svolgimento delle loro mansioni senza essere muniti della necessarie dotazioni.
L'istituto Carlo Bazzi, fondato a Milano nel 1872, rappresenta una realtà unica nel panorama della formazione tecnica italiana: la scuola primaria è infatti gestita da un Ente morale senza fini di lucro al cui interno concorrono Assimpredil Ance, i sindacati di categoria, il Comune e la Provincia di Milano, la Camera di Commercio, il Collegio dei periti industriali e l'Esem.