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mercoledì 14 maggio 2025
 
La lettera
 

Il Natale di un single che vorrebbe riunire la famiglia

19/12/2019  «Se le tradizioni si spengono, noi giovani dobbiamo far in modo che proseguano?», chiede un lettore alla nostra esperta Mariateresa Zattoni che risponde: «Ora tocca a te. Apri la casa e invita i parenti più cari. Sarà una piccola felicità»

Scrivo per parlare di un fatto personale che mi ha fatto stare male, ma col tempo ho superato. In occasione delle festività (da Pasqua a Natale) si vede riunirsi le varie famiglie. Sono momenti belli da condividere. Nella mia famiglia di provenienza questa cosa manca da tempo sopratutto da quando venne a mancare il mio nonno materno nel 1998. È vero che crescendo cambiano le esigenze, ma queste sane usanze dovrebbero rimanere. Probabilmente se fossi sposato chissà se riuscirei a stare con la mia famiglia perché non bisogna trascurare i genitori della moglie. Ma se non c’è modo di stare tutti insieme il giorno di Natale si può cercare di vedersi per Santo Stefano o per Capodanno o per l’Epifania. Basterebbe trovarsi fra i parenti più stretti. Vorrei sapere se le famiglie devono riunirsi soltanto quando arrivano le feste o anche in altri momenti? E se le tradizioni vanno a finire o vengono meno dobbiamo essere noi giovani della nuova generazione a fare in modo che proseguano? Marco

 

Caro Marco, è davvero molto bello che tu abbia a cuore le tradizioni nel loro valore familiare (anche e non solo per le feste natalizie, come dici tu nella tua simpatica lettera). Non mi racconti quanti anni hai e perché la seconda generazione (quella dei tuoi genitori) sia così latitante nel portare avanti le tradizioni, ma mi fai cogliere la tua solitudine, una sorta di vuoto che oso definire “sacro”, perché ti sveglia a fare qualcosa per celebrare la continuità dei riti. In effetti la tradizione familiare che si perpetua lungo le generazioni è un legame e una sicurezza, perché indica un’appartenenza: abbiamo bisogno di saper “di chi siamo”. Come il Bambino che nasce per noi. Ed è il regalo più bello che Dio possa fare agli uomini che Egli ama. In questo per noi c’è tutto il senso della festa che si prolunga lungo i millenni; la comunità familiare in senso ampio, poiché conosce la risorsa dei legami è chiamata a celebrare il ricordo lungo le generazioni. Ora tocca a te, non ti pare? Dalle prossime festività perché non  apri la tua casa, anche se non sei sposato. Manda, magari, un bel biglietto gioioso ai parenti che conosci e ai quali tieni. Sarà un piccola felicità, nel caso qualcuno accetti. E non importa se non sei in grado di imbastire una cena speciale... è il tuo cuore che conta, un cuore che saprà accendere una luce in quelli che ami. Molti potranno  attingere alla tua disinteressata generosità.

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