In un terreno incolto a Udine sono stati piantati oltre 3.000 alberi tra ciliegi, tigli, olmi: un vero bosco in città, insomma. Lo stesso è stato fatto in altre 19 zone urbane in tutto il territorio nazionale in cui sono stati piantati 57 mila alberi che assorbiranno 6.794 tonnellate di anidride carbonica in 20 anni, 30.578 chilogrammi di polveri sottili all’anno e restituiranno all’ambiente 4.960 tonnellate di ossigeno in 20 anni.
Tutto ciò è stato reso possibile da Arbolia, la società benefit creata nel 2020 da Snam e Fondazione Cassa Depositi e Prestiti. Ne parliamo con l’amministratore delegato di Arbolia, nonché responsabile Sostenibilità e impatto sociale di Snam Matteo Tanteri: «Arbolia nasce da un’idea semplice, ma molto potente: nonostante l’avanzamento delle tecnologie, la cosa più efficace che si può fare per contrastare il cambiamento climatico resta piantare un albero. Il nostro ruolo è di fare da cerniera tra pubblico e privato, favorendo l’incontro tra Comuni che desiderano riforestare aree del loro territorio e sponsor interessati a questo tipo di progetti».
Progetti che hanno riguardato Comuni grandi e piccoli, da Torino a Parma, da Pisa a Taranto, su aree grandi almeno due ettari. «A Milano, dove vivo, per la prima volta in Italia abbiamo piantato degli alberi, circa 8.000, in aree situate in prossimità degli svincoli autostradali». Un altro obiettivo è usare specie provenienti il più possibile da vivai prossimi ai siti di imboschimento. In tal modo si riducono al massimo le possibilità di contaminazioni genetiche con piante che vengono da altre regioni, preservando la biodiversità del patrimonio forestale. In più, Arbolia sta perfezionando accordi che le consentano di intervenire, aggiunge l’amministratore delegato, «anche sulle discariche abusive bonificate e messe in sicurezza e su zone che sono state colpite da incendi o da eventi meteorologici, come faremo l’anno prossimo nel Nord Italia in un territorio in cui i forti venti hanno spezzato molti alberi. In questo ci aiuta la storia della nostra azienda, che da più di ottant’anni fa operazioni di ripristino ambientale. Snam, ogni volta che realizza un gasdotto o altre infrastrutture, si impegna a lasciare il territorio nelle stesse condizioni in cui lo ha trovato. Di recente, per esempio, prima di piantare gli alberi abbiamo analizzato accuratamente il terreno di una zona in cui ci era stata segnalata la presenza di sedimenti ferrosi».
Piantare nuovi alberi porta vantaggi non solo da un punto di vista ambientale. Secondo il Dipartimento della Conservazione ambientale dello Stato di New York, dopo vent’anni un albero in città genera benefici economici diretti e indiretti (controllo delle acque piovane, riduzione dei costi energetici, aumento del valore degli immobili, riduzione delle spese sanitarie) fino a tre volte superiori ai costi di manutenzione. Tutto ciò vale ancor di più in un Paese ad alto rischio idrogeologico come l’Italia. Inoltre, la fruizione degli spazi verdi offre la possibilità di aumentare la coesione sociale
Marta Luca: "Le nostre opere per salvare la vita delle periferie"
«Snam per la sua natura è radicata nel territorio e per questo motivo è importante ascoltare le comunità locali. Grazie a FONDAZIONE SNAM supportiamo i più bisognosi creando reti solidali con enti e istituzioni». In concreto, spiega Marta Luca, direttrice generale di Fondazione Snam, «lavoriamo nei quartieri delle periferie e insieme ai cittadini miglioriamo le abitudini quotidiane in ambito energetico, sosteniamo i ragazzi nello studio, aiutiamo a ridurre lo spreco alimentare e rendiamo accessibile il mondo digitale, massimizzando l’impatto delle iniziative grazie anche alle competenze tecniche dell’azienda. Le attività della fondazione possono contare sull’impegno di tutti: ogni anno il personale Snam dedica in media più di 4.300 ore del proprio tempo alle diverse iniziative di volontariato aziendale. Inoltre, attraverso le nostre attività aumentiamo la consapevolezza dei dipendenti sui temi sociali e il loro spirito di appartenenza all’azienda»