Quando Famiglia cristiana ha commissionato al pittore pugliese Giuseppe Afrune il quadro per illustrare la copertina del numero commemorativo dei 90 anni del nostro settimanale, si è subito pensato anche a chi fare dono poi dell’opera. E il primo pensiero è stato per l’ospedale Bambino Gesù (il dipinto su legno si chiama proprio “Bambino Gesù”). La destinazione finale dell’opera è stata poi Il centro di cure palliative pediatriche Bambino Gesù inaugurato da poco, che si trova a Passoscuro, nel comunque di Fiumicino. Ieri, 28 aprile, c’è stata la consegna ufficiale del dipinto, (collocato nella cappella della struttura) e la sua benedizione da parte di Monsignor Paolo Ricciardi, vescovo per la pastorale della salute. È stata l’occasione per un momento di confronto tra la redazione del giornale e gli operatori del Centro di cure e che ha visto protagonisti la presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc, il direttore di Famiglia cristiana don Stefano Stimamiglio, l’ex direttore don Antonio Rizzolo, che ha ora il ruolo di amministratore delegato del Gruppo Editoriale San Paolo e di direttore generale dell’Apostolato Paolino in Italia, il condirettore Luciano Regolo e il responsabile del Centro di cure palliative, dottor Michele Salata. Erano presenti anche alcuni redattori del settimanale. Il dottor Salata ha tenuto a sottolineare come sia significativo il legame con Famiglia cristiana, proprio per la vocazione del Centro, che vuole farsi carico di tutta la famiglia. «Mi auguro che questo dipinto possa essere per i pazienti, e i genitori un’occasione di conforto e di speranza».
Ricorda Mariella Enoc: «Questo è il primo centro ci cure palliative pediatriche d’Italia. L’idea nasce da un evento doloroso di cui tutti ci ricordiamo, quando il piccolo Alfie Evans, nell’aprile del 2018 in Inghilterra, per ordine del governo inglese fu staccato dai macchinari che lo tenevano in vita. Io ero lì, mi ci aveva mandato il Papa nella speranza che un mio intervento potesse scongiurare ciò che invece accadde. Io sentii urlare i genitori, e queste urla mi sono rimaste dentro, perché erano l’espressione di un dolore disperato».
Dopo la benedizione i giornalisti dei Famiglia cristiana sono stati condotti a visitare della struttura, acquistata da un ordine religioso di suore e che prima ospitava una scuola. Una volta terminati i lavori potrà ospitare, in altrettanti moduli abitativi, 30 famiglie. In questo momento oltre a un bambino gravemente malato, ci sono alcune delle famiglie dei piccoli pazienti ucraini che sono stati presi in carico dal Bambino Gesù (in tutto l’ospedale romano ha accolto 340 malati in età pediatrica in fuga dalla guerra). L’idea è quella non solo di contribuire alla qualità della vita dei malati che anche se non possono essere guariti hanno diritto a essere curati, ma anche di tutto il nucleo familiare, fratelli compresi, per i quali ci sono campi sportivi e aree gioco. Ogni mini appartamento ha un angolo cottura, un letto provvisto di monitor e macchinari per la somministrazione dei farmaci e l’eventuale ossigeno. I colori sono pastello, con decorazione ispirate al mare che è a pochi metri, ci sono disegni e frasi evocative del Piccolo principe nei corridoi e nelle sale comuni. Un luogo che non ricorda un ospedale, ma proprio una casa accogliente e amorevole.