Al momento di salutare la comunità in cui è cresciuto si è messo in ginocchio, chiedendo ai laici di appoggiare le mani sulla sua testa e benedirlo (gesto che di solito spetta ai presuli). La sua ordinazione episcopale è stata una festa, di quelle che si vedono raramente: c'era la coda fuori dal Duomo e c'era il maxischermo in piazza, per i tantissimi fedeli che non sono riusciti a entrare in chiesa. Poi, terminata la celebrazione, c'era un palazzetto dello sport gremito di gente, tra musiche, balli e abbracci.
E' un affetto istintivo e genuino quello che, in queste giornate di passaggio, circonda monsignor Derio Olivero, nuovo vescovo di Pinerolo (Torino). Il sacerdote, nato e cresciuto nel cuneese, è stato ordinato vescovo domenica 8 ottobre: la solenne celebrazione è stata presieduta da monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino. A concelebrare erano presenti tutti i Vescovi delle Diocesi piemontesi e valdostane. Domenica 15, monsignor Olivero farà l'ingresso ufficiale nella Diocesi di Pinerolo, della quale diverrà guida. Per salutarlo e ringraziarlo, la sua gente ha scelto ogni mezzo. In tantissimi si sono messi in fila per un incontro personale, ma c'è anche chi si è affidato alla tecnologia: girano in rete immagini di piccoli “flash mob”, gesti simultanei di persone che si tolgono il cappello in segno di saluto.
Quando a benedire è tutta la comunità
Facebook e WhatsApp: un vescovo molto "social"
I profili Facebook e WhatsApp del sacerdote sono stati letteralmente presi d'assalto dagli auguri e dai “grazie”, tanto che, temendo di non fare in tempo a rispondere personalmente a ciascuno, lui ha scelto di fare un video da condividere su YouTube. Non è difficile capire le radici di un affetto così profondo. Parlano, molto più delle parole, i gesti semplici di un uomo capace di camminare con lo sguardo rivolto in alto, ma con i piedi per terra, nella concretezza di ogni giorno.
Le immagini della Veglia a Fossano
A Pinerolo, nel cuore delle valli valdesi
Classe 1961, originario di Centallo (Cuneo), don Derio Olivero è, da sempre, una figura carismatica in Piemonte, stimata anche in ambienti tradizionalmente distanti dalla Chiesa. E' stato, tra l'altro, rettore del seminario di Fossano, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, direttore del Centro Diocesano Vocazioni e vicario generale della Diocesi di Fossano (incarico che ha ricoperto fino alla nuova nomina). Uomo di straordinaria cultura (ha una licenza in Teologia Pastorale alla Pontificia Università Lateranense) è sempre riuscito a trovare una chiave di dialogo con la gente, a cominciare dalle persone più semplici.
Lo dimostrano le camminate in montagna (sua grande passione, che potrà continuare a coltivare anche nella sua nuova sede vescovile, Pinerolo, cuore delle valli valdesi), la vicinanza ai giovani, la spontaneità e la simpatia che istintivamente sa ispirare (durante la festa di saluto, organizzata presso il Palazzetto dello Sport di Fossano, lo vediamo scatenarsi e ballare, insieme a tanti amici, sulle note de “Il cielo d'Irlanda” di Fiorella Mannoia). I libri, la bellezza delle opere d'arte, la musica, la tecnologia: ecco gli strumenti che don Derio adotta, di volta in volta, per costruire incontro. Strumenti che certamente gli saranno d'aiuto anche nella sua nuova missione di Vescovo. Numerose sono le prove che lo attendono: con il declino di tanti comparti industriali, il territorio pinerolese è andato incontro, negli ultimi anni, a un progressivo impoverimento e tante sono le realtà che faticano a riprendersi dalla crisi. Ma ci sono anche le sfide pastorali e il dialogo con la Chiesa valdese, che nel territorio (soprattutto in Val Pellice) è fortemente radicata.
"Davanti a gente come te bisogna togliersi il cappello..."
Monsignor Derio Olivero: una figura molto apprezzata dentro e fuori la Chiesa
Monsignor Olivero (anche se probabilmente tutti continueranno a chiamarlo, semplicemente, don Derio) affronta il nuovo incarico con la serenità di chi si affida, senza nascondere un pizzico di nostalgia per la sua amata Fossano. «Il vostro affetto» dice, salutando i fedeli «mi ricorda che le attività, le iniziative e perfino le celebrazioni hanno davvero senso solo nella misura in cui sanno costruire relazione. Credo nella mistica della relazione, che è la capacità di spendersi per creare comunità e affetti».