La grande fotografia torna al Palazzo delle Esposizioni di Roma con due mostre dedicate a due maestri ottuagenari: l’inglese Don McCullin (88 anni compiuti il 9 ottobre) e l’ucraino Boris Mikhailov (85 anni)
Don McCullin a Roma è la prima grande retrospettiva in Italia e, a oggi, la mostra più ampia mai dedicata al fotografo britannico. L’esposizione raccoglie in maniera esaustiva le diverse fasi del suo lavoro, sino alle fotografie più recenti nelle quali, in una sorprendete visone d’insieme, l’autore sintetizza le sue esperienze più radicali. La mostra, che si protrarrà fino al 28 gennaio 2024, è curata da Simon Baker, in stretta collaborazione con Don McCullin e Tim Jefferies e con l’assistenza di Catherine Fairweather, Jeanne Grouet, Lachlann Forbes. La mostra è promossa dall’ Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo, prodotta e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo.
La mostra a Palazzo Esposizioni si riallaccia idealmente, ampliandola, all’antologica della Tate Britain curata da Simon Baker nel 2019. Oltre a ripercorrere i momenti più significativi del lavoro di McCullin, presenta la serie dedicata all’Impero romano, avviata negli anni Duemila, che lo stesso autore considera un punto di arrivo nel quale si sovrappongono, fondendosi, i temi cardine della sua fotografia: il ‘dolore’ delle immagini dell’Inghilterra ‘subalterna’ e quello delle guerre sparse nel mondo, e la ‘pace’ dei paesaggi del Somerset in cui McCullin si ‘rifugia’ per lenire la sofferenza delle sue esperienze di guerra. Nell’attuale mostra ‘dolore’ e ‘pace’ convivono nell’indagine fotografica culturale, architettonica e storica sui resti dell’Impero romano nell’area del Mediterraneo meridionale.
Noto per il suo atteggiamento audace e diretto, mai privo di coinvolgimento emotivo nei confronti dei soggetti ritratti, McCullin ha dato vita ad alcune delle immagini di povertà, carestia e guerra più immediatamente riconoscibili di tutta la storia della fotografia. Ha anche documentato il paesaggio, sia in patria che all’estero, con lo stile e la passione che distinguono tutto il suo lavoro.
“Non sono mai riuscito”, confida McCullin, “a mettere a tacere le mie emozioni, né penso che sia giusto farlo. Pochi sono capaci di restare impassibili di fronte allo spettacolo di ciò che la guerra fa alle persone. Questi sono scenari che dovrebbero, e così fanno, provocare dolore, vergogna e senso di colpa. Alcune immagini portano l’intensità delle emozioni a un livello insopportabile”.
Il percorso della mostra, composta da oltre 250 fotografie, si sviluppa attraverso sei diverse sezioni, una per sala, ciascuna dedicata a uno dei seguenti gruppi di opere: Esordi, Guerra e Conflitti, Immagini documentarie del Regno Unito, Immagini documentarie all’estero, Paesaggi e Nature morte, L’Impero romano.La retrospettiva è accompagnata dall’uscita di un nuovo libro, Don McCullin: Life, Death and Everything in Between, pubblicato da GOST Books, Londra.
Ukrainian Diary, quella dedicata a Boris Mikhailov (Kharkiv, 1938) è la più importante retrospettiva fino ad oggi dedicata in Italia all’artista ucraino. Curata da Laurie Hurwitz, in collaborazione con Boris e Vita Mikhailov. La mostra è promossa dall’ Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo, prodotta dall’Azienda Speciale Palaexpo e organizzata in collaborazione con la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.
La mostra a Palazzo Esposizioni frutto di una politica culturale che incrementa le collaborazioni internazionali tra istituzioni, prosegue idealmente quella della Maison Européen de la photographie di Parigi curata da Laurie Hurwitz, in collaborazione con Boris e Vita Mikhailov, ampliandola con una sezione dedicata al lavoro svolto da Mikhailov a Roma.
Considerato oggi uno dei più influenti artisti contemporanei dell'Europa dell'Est, Mikhailov ha concepito, in oltre cinquant’anni, un corpus di lavori fotografici sperimentali che esplorano temi sociali e politici. Fin dagli anni Sessanta si è impegnato infatti a documentare i tumultuosi cambiamenti in Ucraina legati al crollo dell'Unione Sovietica e alle disastrose conseguenze della sua dissoluzione. Memorabili le serie “Red” (1968-1975), Dance (1978) e Case History (1997-1998), dedicata agli homeless di Kharkov.
La sua pioneristica ricerca ha compreso negli anni la fotografia documentaria, il lavoro concettuale, la pittura e la performance. Concepita in stretta collaborazione con l'artista, la mostra riunisce più di 800 immagini dalle serie storiche più importante fino ai lavori più recenti.