Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 13 settembre 2024
 
Mensa o schiscetta?
 

Discriminazione tra i banchi, il panino della discordia

22/09/2016  Scrive una nostra abbonata: «Adesso anche la mensa non va bene e vogliono mandare i figli a scuola col pranzo fatto da casa». Dietro la richiesta di sempre più genitori di inviare i figli a scuola con il pranzo da casa non ci sono solo motivi economici, etici o salutisti. Comunque vada questa vicenda l'importante è che non ci vadano di mezzo i bambini».

Gentile prof Spotorno sono una nonna di quattro nipoti e ti scrivo per chiederti: cosa succede ai genitori di oggi. Hanno sempre da ridire sulla scuola e non solo. Adesso anche la mensa non va bene e vogliono mandare i figli a scuola col pranzo fatto da casa. Col risultato che come sempre ci rimettono i bambini. Nella scuola di Milano dove è successo il dirigente ha fatto mangiare i bambini soli in classe… Poveri piccoli. Che insensibile il dirigente ma anche i genitori che rompiscatole! Cosa ci sarà mai che non va nelle mense scolastiche
Nonna Luisa

Cara Luisa, nella vittoria, che qualcuno si è spinto a definire fondamentale, del panino portato da casa sulla mensa scolastica, abbiamo perso tutti. E’ amaro constatarlo, ma le 58 famiglie che si sono rivolte al tribunale di Torino rivendicando il diritto a poter portare il panino da casa, o l’antico cestino come si faceva una volta, hanno dato un’altra piccola picconata al nostro già fragile sistema di welfare, aprendo di fatto una strada pericolosa.

Se è vero che le mense scolastiche, come sostenuto dai genitori ricorrenti, in alcune regioni sono divenute davvero troppo care, la battaglia da combattere forse era un’altra e da affrontare tutti insieme chiedendo a gran voce una mensa veramente per tutti. Leggendo le motivazioni della sentenza era inevitabile addivenire alla decisione presa dai giudici. Temo però che dietro quei ricorsi non ci siano soltanto genitori in difficoltà economiche, ma anche genitori, un po’ rompiscatole come tu scrivi, che ritengono la refezione scolastica non sempre all’altezza delle loro aspettative: non biologica, non etica, non vegetariana e chi più ne ha più ne metta.

Così facendo si ledono ancora una volta i diritti dei più deboli e disagiati. Di questo passo se saranno sempre di meno coloro che decideranno di consumare i pasti a scuola le rette diverranno più alte, con il risultato che alla lunga questo importante servizio potrebbe venire meno, tenuto conto che la refezione scolastica è sì un servizio pubblico, ma a domanda individuale. Fatta questa premessa è del tutto evidente che i bambini che arriveranno a scuola con il loro panierino, non dovranno essere discriminati né tanto meno isolati nella loro classe. Il Dirigente che tu citi credo sia stato troppo zelante e attento al dettato della legge che fornisce indicazioni precise sul consumo del cibo portato da casa in ambiente scolastico. Ora i dirigenti non solo dovranno ottemperare alla sentenza ma anche trovare spazi idonei affinché il pranzo resti un momento importante e sereno nella lunga giornata scolastica di questi bambini

I vostri commenti
15

Stai visualizzando  dei 15 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo