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venerdì 20 settembre 2024
 
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Il Papa a Manila: «L'unico ostacolo al piano di Dio è il Diavolo e la sua menzogna»

18/01/2015  Davanti a una folla oceanica, nel parco Rizal di Manila, Francesco conclude la sua visita nelle Filippine. «Il suo amore è a prova di tifone», ha detto il presidente dei vescovi del Paese. Nell'omelia ha invitato a non scoraggiarsi di fronte a ingiustizie e povertà: «La Bibbia ci dice che la grande minaccia al piano di Dio per noi è la menzogna del diavolo. Egli nasconde le sue insidie dietro l’apparenza della sofisticazione, il fascino di essere moderni, di essere come tutti gli altri»

«Lei è amore a prova di tifone» ma è anche «il nostro impermeabile sotto la pioggia e il nostro sole che splende». Così monsignor Socrates Villegas, presidente dei vescovi filippini, ha ringraziato il Papa al termine della messa celebrata nel parco Rizal di Manila nella domenica del "Santo Nino": «Lei ci ha portato il sole, la speranza e la fede e noi illumineremo l’Asia con la luce della fede».
Il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila lo ha ringraziato in spagnolo: «Muchissima gracias». Poi ha aggiunto: «Oggi ogni filippino vuole partite con lei, ma non per Roma ma verso le periferie». Tagle aveva fatto poco prima l’elenco delle persone a nome delle quali ha ringraziato il Papa: «A nome dei bambini di strada, degli orfani, delle vedove, dei senza casa, dei baraccati, degli operai, dei contadini, del popolo dei pescatori, dei malati, degli anziani abbandonati, delle famiglie delle persone scomparse, delle vittime di discriminazioni, violenze, abuso, sfruttamento, tratta di esseri umani, dei lavoratori filippini migranti e delle loro famiglie, dei sopravvissuti alle calamità naturali e ai conflitti armati, dei cristiani non cattolici, dei seguaci di religioni non cristiane, dei promotori di pace, specialmente a Mindanao, del lamento della creazione».
E poi ha aggiunto: «Qui in Luneta, il Quirino Grandstand, dove si venerano gli eroi, dove i presidenti appena eletti assumono l'incarico e dove i papi incontrano i fedeli filippini, qui, in questo luogo di nuovi inizi, mandaci come missionari di luce».

Nell’omelia il Papa ha parlato anche dell’ambiente spiegando che Dio ha creato la terra come «un bel giardino, ma l’uomo ha sfigurato questa naturale bellezza, creando strutture sociali che hanno reso permanente la povertà, ignoranza e corruzione». Quindi ha lanciato un nuovo appello per la protezione della famiglia «contro attacchi insidiosi e programmi contrari a ciò che abbiamo di vero e sacro, tutto ciò che è più bello e nobile della nostra cultura». Poi ha di nuovo parlato del diavolo che «si nasconde dietro il fascino di essere moderni e di essere come gli altri».

Il ragionamento che ha proposto è molto severo: «Qualche volta vedendo i problemi, le difficoltà e le ingiustizie, siamo tentati di rinunciare. Sembra quasi che le promesse del Vangelo non si possano attuare, siano irreali. Ma la Bibbia ci dice che la grande minaccia al piano di Dio per noi è ed è sempre stata la menzogna. Il diavolo è il padre della menzogna. Spesso egli nasconde le sue insidie dietro l’apparenza della sofisticazione, il fascino di essere moderni, di essere come tutti gli altri». È lui, ha proseguito, che «ci distrae con il miraggio di piaceri effimeri e di passatempi superficiali. In tal modo noi sprechiamo i doni ricevuti da Dio, giocherellando con congegni futili; sprechiamo il nostro denaro nel gioco d’azzardo e nel bere; ci ripieghiamo su noi stessi. Trascuriamo di rimanere centrati sulle cose che realmente contano. Trascuriamo di rimanere interiormente come bambini».

Alla Messa, nello stesso luogo dove celebrò Karol Wojtyla vent'anni fa sotto una pioggia battente hanno partecipato trai sei e i sette milioni di persone, secondo le autorità filippine e come confermato dal portavoce vaticano padre Federico Lombardi.

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Folla record a Manila: sette milioni di fedeli alla Messa del Papa
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