Marsiglia,
dalla nostra inviata
È tutto giocato sullo sguardo il discorso che papa Francesco tiene al clero di Marsiglia nella Basilica di NotreDame-de-la-Garde. La chiesa che domina la città non fu fondata a ricordo di un miracolo o di un’apparizione particolare, ma semplicemente perché, fin dal XIII secolo, «il santo Popolo di Dio ha cercato e trovato qui, sulla collina de La Garde, la presenza del Signore attraverso gli occhi della sua Santa Madre». Lo raccontano le pareti interne della basilica, ricoperte di 2500 ex voto – come modellini di barche, medaglie, magliette di squadre sportive - e il museo adiacente, che ripercorre gli 800 anni di storia della chiesa.
Così, ai consacrati Francesco, dopo la preghiera silenziosa davanti all’immagine di Maria, chiede di «far sentire alla gente lo sguardo di Gesù e, nello stesso tempo, portare a Gesù lo sguardo dei fratelli»: «Chiunque vi avvicini non trovi distanze e giudizi, trovi la testimonianza di un’umile gioia, più fruttuosa di ogni capacità ostentata. Trovino i feriti della vita un porto sicuro nel vostro sguardo, un incoraggiamento nel vostro abbraccio, una carezza nelle vostre mani, capaci di asciugare lacrime». E ai sacerdoti, dice, «perdonate, sempre».
In tanti sono venuto a implorare lo sguardo misericordioso e di intercessione della Madre, qui a Marsiglia. Il cardinale Jean-Marc Aveline, pastore della città, ricorda i pellegrini “illustri”: «Qui, San Charles di Foucauld veniva a pregare in ogni suo passaggio a Marsiglia, prima o dopo le sue numerose traversate del Mediterraneo. Qui la piccola Teresa di Lisieux, in pellegrinaggio verso Roma, è venuta ad affidare alla Vergine il progetto di chiedere al Papa di permetterle di entrare nel Carmelo nonostante la sua giovane età. Qui la giovane Maryam, originaria della Palestina e impegnata a Marsiglia al servizio di una famiglia libanese, veniva regolarmente a chiedere a Maria di illuminarle il cammino della sua vocazione. Qui, il giovane prete polacco Karol Wojtyla, mentre era studente a Roma, venne a celebrare l’Eucaristia poco prima di recarsi nel presbiterio dove viveva Jacques Loew, il domenicano che fu il primo sacerdote operaio in Francia, assunto come scaricatore nel porto di Marsiglia».
E al Papa che, alla fine di ogni incontro chiede di pregare per lui, Aveline consegna una grande cuore dove sono scritte le preghiere che i fedeli hanno elevato per Francesco, su invito del rettore del santuario. «È un regalo dei marsigliesi per Lei, come simbolo del loro affetto e della loro gratitudine». La diocesi di Marsiglia, d’altronde, ricorda il cardinale, «è stata la prima al mondo a essere consacrata al Sacro Cuore, durante l’epidemia di peste, il 1º novembre 1720».