Il Papa a Marsiglia. Le foto di questo servizio sono delle agenzie Reuters e Ansa.
Marsiglia,
dalla nostra inviata
«Le persone che rischiano di annegare quando vengono abbandonate sulle onde devono essere soccorse. È un dovere di umanità, è un dovere di civiltà»: è un’affermazione senza se e senza ma quella di Francesco, una risposta agli uomini e alle donne che in questi giorni, dal palazzo delle Nazioni unite di New York, alle aule dei parlamenti europei, ai comizi d’Italia parlano di immigrazione. Dal piazzale della Basilica di Santa Maria della Guardia, a Marsiglia, durante il momento di raccoglimento con i leader religiosi presso il memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare, Francesco chiede non solo pianti e silenzi, ma «fatti». I morti in mare non sono cifre, ma «nomi e cognomi, volti e storie, sono vite spezzate e sogni infranti… fratelli e sorelle annegati nella paura, insieme alle speranze che portavano nel cuore». Insieme a Francesco e ai leader religiosi sono presenti i membri di Marseille Espérance, una delegazione di Stella Maris, una del servizio diocesano della pastorale per i migranti e una di Associations de secours en mer pour un temps de prière pour les migrants morts en mer, le associazioni Sos Méditerranée e Mediterranea. Nella delegazione di Caritas Gap-Briançon, anche alcuni migranti giunti in Francia attraverso la “via alpina” che attraversa la cittadina che si trova sul confine italo-francese, meta di passaggio di migranti che per sfuggire ai controlli francesi si cimentano su sentieri pericolosi in alta quota, cercando di passare il confine. Una via difficilissima a causa anche delle temperature bassissime. Mentre li presenta al Papa, il cardinale Aveline ricorda coloro che sono «morti nel sudario delle onde», parla de «i trafficanti disonesti, che li condannano a morte facendoli salire su vecchie e pericolose imbarcazioni, questo è un crimine!» e delle istituzioni politiche, che «vietano alle Organizzazioni non governative e anche alle navi che incrociano in queste acque di portare soccorso ai naufraghi, è un crimine altrettanto grave e una violazione del diritto internazionale marittimo più elementare». Parole che il Papa riprende, a braccio, quando ringrazia associazioni e Ong: «Molte volte vi impediscono di andare perché alla nave manca qualcosa, sono gesti di odio contro il fratello travestiti di equilibrio». Dalla città che ospita la terza edizione degli incontri delle Chiese del Mediterraneo, il Papa dice al mondo intero che «davanti a noi si pone un bivio: da una parte la fraternità, che feconda di bene la comunità umana; dall’altra l’indifferenza, che insanguina il Mediterraneo. Ci troviamo di fronte a un bivio di civiltà».
Rivolgendosi ai leader religiosi, sottolinea come alle radici dei tre monoteismi mediterranei c’è «l’accoglienza, l’amore per lo straniero in nome di Dio... Noi credenti, dunque, dobbiamo essere esemplari nell’accoglienza reciproca e fraterna. Spesso non sono facili i rapporti tra i gruppi religiosi, con il tarlo dell’estremismo e la peste ideologica del fondamentalismo che corrodono la vita reale delle comunità». Anche Marsiglia, «caratterizzata da un variegato pluralismo religioso, ha davanti a sé un bivio: incontro o scontro». Francesco ricorda che, insieme a diverse realtà che lavorano con i migranti, c’è il Marseille-Espérance, organismo di dialogo interreligioso che promuove la fraternità e la convivenza pacifica. Auspica, infine, che la città «sia per la Francia, per l’Europa e per il mondo un mosaico di speranza» e cita un passaggio del discorso che David Sassoli pronunciò a Bari, nel 2020. «Guardare in profondità il nostro tempo e amarlo anche di più quando è difficile da amare, credo che sia il seme gettato in queste giornate così attente al nostro destino. Basta avere paura dei problemi che ci sottopone il Mediterraneo! […] Per l’Unione Europea e per tutti noi ne va della nostra sopravvivenza». Mentre il sole cala, due giovani migranti accompagnano Francesco davanti al memoriale a picco sul mare per deporre una corona di fiori.