L'incontro tra papa Francesco e Vladimir Putin (Reuters).
Cinquanta minuti di colloquio tra Putin e Papa Francesco riportano all’attenzione internazionale la guerra dimenticata dell’Ucraina dove la pace fatica ad affacciarsi e la tregua spesso fatica a reggere. E poi la situazione in Medio Oriente con la preoccupazione comune della persecuzioni contro i cristiani. Allo scambio dei doni, il Papa regala a leader russo, come fa spesso con i capi di Stato in visita, il medaglione con la raffigurazione dell’angelo della pace. Bergoglio nel consegnarlo a Putin ha detto che l’Angelo della pace “vince tutte le guerre a parla di solidarietà tra i popoli”.
Prima di lasciare la biblioteca privata (l’incontro si è svolto nel Palazzo apostolico) Putin ha salutato il papa sottolineando che è stato “un grande piacere e onore incontrala, arrivederci”. E’ la seconda volta che Putin vede il Papa. Il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha spiegato ai giornalisti che “nel contesto della situazione riguardante l'Ucraina il Santo Padre ha affermato che occorre impegnarsi in un sincere e grande sforzo per realizzare la pace”.
I due leader hanno convenuto, ha aggiunto Lombardi, “sulla importanza di ricostruire un clima di dialogo in modo che tutte le parti si impegnino per attuare accordi di Minsk”. Inoltre è stato fatto un cenno al fatto che è “essenziale l'impegno per affrontare la grave crisi umanitaria, assicurando fra l’altro l’accesso agli agenti umanitari” e arrivare “con il contributo di tutte le parti” a una “progressiva distensione nella regione”.
Sul Medio Oriente Lombardi ha sottolineato che il Papa e Putin hanno “condiviso l’urgenza di perseguire la pace con l’interessamento concreto della comunità internazionale, assicurando nel frattempo le condizioni per la vita di tutte le componenti della società, comprese le minoranze religiose e in particolare i cristiani”.