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domenica 08 settembre 2024
 
il papa a san siro
 

«Ragazzi promettete a Gesù e a me: mai bullismo, mai!»

25/03/2017  Stadio esaurito per l'incontro di Francesco con i cresimandi. Il Papa dialoga con i ragazzi e risponde alle domande. E lancia un appello: «Per la vostra Cresima non fate atti di bullismo, mai, vi prego»

Era l'appuntamento tipicamente meneghino di questo viaggio di papa Francesco e i cresimandi, insieme ai loro genitori, catechisti, padrini e madrine, riempiono completamente lo stadio di San Siro che per la prima volta quest'anno fa il tutto esaurito. Francesco arriva poco prima delle 18 e fa il giro del prato salutando i ragazzi che sono sugli spalti e gridano a ritmo: «Fra-nce-sco, Fra-nce-sco». È un colpo d’occhio bellissimo e colorato perché ogni zona pastorale della grande diocesi ambrosiana ha scelto un colore diverso per le pettorine indossate dai ragazzi: rosso per Milano, rosa per Varese, arancione per Lecco, azzurro per Rho, blu per Monza, verde per Melegnano e giallo per Sesto.

 

L'incontro annuale dell'arcivescovo con i cresimandi della diocesi di Milano fu istituito nel 1973 dal cardinale Colombo. E da allora, ogni anno, è diventato un appuntamento fisso per chi siede sulla cattedra di Sant'Ambrogio. Nel 2012, in occasione dell’Incontro mondiale delle famiglie, a San Siro arrivò Benedetto XVI, ed era la prima volta di un Pontefice. Ora tocca a Francesco. Bergoglio dopo la maratona milanese che l’ha portato all’alba alle Case Bianche, poi in Duomo, al carcere di San Vittore e infine a Monza per la Messa davanti a un milione di fedeli, non sembra affatto stanco quando si accomoda nel palchetto davanti alla tribuna arancione per dialogare con i ragazzi, i genitori dei cresimandi e i catechisti. Le coreografie che hanno preceduto l'arrivo del Papa (mille ragazzi impegnati, tre chilometri di tessuto utilizzato) dicono la grande forza degli oratori milanesi e della rete che coinvolge adolescenti e giovani. Quando Francesco chiede ai ragazzi se gli piace andare a messa e frequentare la parrocchia riceve un sì fragoroso. Quando però chiede se gli piace frequentare l'oratorio il sì di San Siro diventa un boato. Il Papa commenta divertito: «Vi piace di più l'oratorio, eh».

 

Comincia Davide, di Cornaredo, uno dei migliaia di cresimandi di quest'anno, che chiede al Papa che cosa lo ha aiutato quand'era bambino ad accrescere la sua fede e l'amicizia con Gesù. Il Papa risponde subito: «I nonni che hanno saggezza della vita», e instaura un vivace botta e risposta, interrotto più volte da applausi. «Parlate con i nonni», li esorta. Poi li invita a giocare con gli amici e ancora ricorda quanto per lui fossero importanti la parrocchia e l’oratorio. Tre cose unite dal filo della preghiera. Francesco ricorda come sia stato decisivo nella sua vita di fede un «sacerdote lodigiano, un bravo prete che mi ha battezzato e mi ha accompagnato fino al noviziato. Spesso andavo da lui per chiedere consiglio. Anche per questo», chiosa, «devo ringraziare la vostra Lombardia».

 

Poi è la volta di Monica e Alberto, due genitori che chiedono al Papa consigli utili su come parlare della fede ai propri figli. Francesco risponde chiedendo un piccolo esercizio: «Facciamo un attimo di silenzio e ricordiamo nel nostro cuore tutte le persone che hanno lasciato un’impronta nella nostra vita di fede, tutti portiamo nella memoria e nel cuore qualcuno che ci ha aiutato a credere». Francesco, nel suo tipico stile, mescola aneddoti di vita vissuta e insegnamenti. Affronta il dramma delle famiglie disgregate e rivolgendosi ai genitori cita il film di Vittorio De Sica, I bambini ci guardano. «È vero, è così, loro ci guardano e riescono a capire tutto, sono molto intuitivi», spiega, «quando litigate loro soffrono. Abbiate coscienza di questo». Un altro aspetto che il Papa sottolinea è l’importanza di santificare le feste: «Adesso che cominciano le belle giornate, ad esempio, la domenica dopo essere andati a Messa in famiglia, è una buona cosa se potete andare in un parco o in piazza a giocare, a stare un po’ insieme recuperando una bella tradizione che a Buenos Aires chiamiamo “dominguear”, fare domenica».

 

Il Papa fa l’esempio di genitori che non giocano più con i figli: «Questo non va bene», ammonisce, «però so di un padre che si alzava presto la mattina per andare a lavorare mentre i figli erano a letto e li trovava a letto quando rientrava la sera. Ci sono padri e madri che sono costretti a lavorare anche di domenica per sfamare i figli. Non va bene, questo ritmo di vita così ci toglie l’umanità».

L'appello contro il bullismo: «Promettetelo a me e a Gesù, ragazzi, di non farlo mai»

Infine Valeria, una catechista del quartiere di Rogoredo a Milano. Chiede un consiglio al Papa su come fare per «aprirci all’ascolto e al dialogo con i ragazzi». Francesco risponde che l’educazione deve essere sempre basata sul «pensare-fare-sentire, ossia testa, mani e cuore». Aggiunge: «Un buon maestro, educatore o allenatore sa stimolare le buone qualità dei suoi allievi e non trascurare le altre». Il dialogo si avvia verso la fine quando Francesco richiama gli ottantamila di San Siro a riflettere e non applaudire: «In silenzio, ascoltatemi. In silenzio», chiede. «Nella vostra scuola, nel vostro quartiere, c’è qualcuno o qualcuna al quale o alla quale voi fate beffa, voi prendete in giro perché ha quel difetto, perché è grosso, perché è magro, per questo, per l’altro? Pensate. E a voi piace fargli passare vergogna e anche picchiarli per questo? Pensate. Questo si chiama bullying. Per favore, per il sacramento della Santa Cresima, fate la promessa al Gesù di mai fare questo e mai permettere che si faccia nel vostro collegio, nella vostra scuola, nel vostro quartiere. Capito?».

La preghiera finale con il Padre Nostro recitato insieme e le coreografie dei ragazzi degli oratori milanesi suggella una giornata quasi storica. Nel cielo di San Siro volano i palloncini colorati, sul prato compare un’enorme scritta “Grazie” mentre il Papa si intrattiene per gli ultimi saluti prima di salire in macchina e andare verso Linate per fare rientro in Vaticano. Milano aveva bisogno di questo scossone, i ragazzi escono felici e stanchi, Francesco ha scaldato i loro cuori.

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