La «tiepidezza» trasforma la vita in un «cimitero»: è l’avvertimento di papa Francesco che, nella Messa mattutina a Casa Santa Marta, mette in guardia dal rischio di una «anestesia soave della vita spirituale» dei «cristiani a metà» o «all’acqua di rose» che rimandano al domani, o al dopodomani, «le decisioni di conversione del cuore e di cambio di vita».
È un «dramma» quando «ci prende lo spirito di tepore, quando viene quella tiepidezza della vita, quando diciamo: “Sì, sì, Signore, va bene … ma adagio, adagio, Signore, lasciamo così … domani lo farò!”, per dire lo stesso domani e rimandare al dopodomani e così rinviare le decisioni di conversione del cuore e di cambio di vita …», ha detto Jorge Mario Bergoglio a quanto riportato da Vatican News. Tanta gente, ha detto Francesco, spreca la sua vita e finisce «come uno straccio perché non ha fatto nulla, soltanto conservare la pace e la calma dentro di sé». Ma questa è «la pace dei cimiteri», ha spiegato: «Quando noi entriamo in questo tepore, in questo atteggiamento di tiepidezza spirituale, trasformiamo la nostra vita in un cimitero: non c’è vita. C’è soltanto chiusura perché non entrino dei problemi come questa gente che “sì, sì, siamo nelle rovine ma non rischiamo: meglio così. Già siamo abituati a vivere così”».
Il Papa ha preso le mosse, nella sua omelia, da un brano particolarmente duro della Bibbia, nel quale Aggèo cercava di smuovere il cuore del popolo pigro e rassegnato a vivere da sconfitto. Il Tempio era stato distrutto dai nemici, era tutto una rovina, ma quella gente aveva fatto passare gli anni così: «Non impegnamoci, forse è un’illusione, meglio non rischiare, rimaniamo così …», diceva quella gente, «non aveva voglia di rialzarsi, di ricominciare; non si lasciava aiutare dal Signore che voleva rialzarla», con la scusa che il tempo giusto non era ancora arrivato.
Dalla Bibbia al giorno d’oggi, il Papa ha detto che ciò succede anche a noi «con le piccole cose che non vanno bene, che il Signore vuole che noi cambiamo»: «Chiediamo al Signore – ha detto Francesco – la grazia di non cadere in questo spirito di “cristiani a metà” o, come dicono le vecchiette, “cristiani all’acqua di rose”, senza sostanza. Cristiani “buoni” che hanno seminato molto, ma raccolto poco. Vite che promettevano tanto, e alla fine non hanno fatto niente». Che il Signore ci aiuti, ha concluso il Papa, a «risvegliarci dallo spirito del tepore”, a lottare contro “questa anestesia soave della vita spirituale».