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martedì 05 novembre 2024
 
SANTA MARTA
 

«Né oroscopi né negromanti, per il cristiano il futuro è confidare in Dio»

26/06/2017  Nell'ultima Messa aperta a un selezionato pubblico di fedeli prima della pausa estiva papa Francesco boccia ogni forma di superstizione, richiama le radici della fede e invita a essere cristiani in cammino, guidati dal Signore.

«Il cristiano non ha oroscopo per vedere il futuro; non va dalla negromante che ha la sfera di cristallo, vuole che gli legga la mano… No, no. Non sa dove va. Va guidato». Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa celebrata stamane a Santa Marta. Il cristiano “fermo” non è “vero cristiano”, ha esordito Francesco - secondo quanto riportato da Radio Vaticana - esortando a “fidarsi di Dio” e a seguirlo.  “Spogliamento”, “promessa” e “benedizione”, sono le tre caraterristiche dello stile di vita del cristiano. “Essere cristiano – ha spiegato Jorge Mario Bergoglio – porta sempre questa dimensione di spogliamento che trova la sua pienezza nello spogliamento di Gesù nella Croce. Sempre c’è un ‘vattene’, ‘lascia’, per dare il primo passo: ‘Lascia e vattene dalla tua terra, dalla tua parentela, dalla casa di tuo padre’. Se facciamo un po’ di memoria vedremo che nei Vangeli la vocazione dei discepoli è un ‘vattene’, ‘lascia’ e ‘vieni’. Anche nei profeti, no? Pensiamo a Eliseo, lavorando la terra: ‘Lascia e vieni’ – ‘Ma almeno permettimi di salutare i genitori’ – ‘Ma, va e torna’. ‘Lascia e vieni’”. I cristiani, ha proseguito il Papa, devono avere la “capacità” di essere spogliati, altrimenti non sono “cristiani autentici”, come non lo sono coloro che non si lasciano “spogliare e crocifiggere con Gesù”.

“Andare verso una promessa”, è la seconda dimensione: “Noi siamo uomini e donne che camminiamo verso una promessa, verso un incontro, verso qualcosa – una terra, dice ad Abramo – che dobbiamo ricevere in eredità”. Il cristiano, come Abramo, “continua a camminare” è “sempre in cammino”: “Il cammino incomincia tutti i giorni al mattino; il cammino di affidarsi al Signore, il cammino aperto alle sorprese del Signore, tante volte non buone, tante volte brutte – pensiamo ad una malattia, ad una morte – ma aperto, perché io so che Tu mi porterai ad un posto sicuro, ad una terra che Tu hai preparato per me: cioè, l’uomo in cammino, l’uomo che vive in una tenda, una tenda spirituale. L’anima nostra, quando si sistema troppo, si installa troppo, perde questa dimensione di andare verso la promessa e invece di camminare verso la promessa, porta la promessa e possiede la promessa. E questo non va, non è propriamente cristiano”.

Infine, la benedizione: il cristiano è un uomo, una donna che “benedice”, cioè “dice bene di Dio e dice bene degli altri” e che “si fa benedire da Dio e dagli altri” per andare avanti. Questo, ha spiegato il Papa, è lo schema della “nostra vita cristiana”, perché tutti, “anche” i laici, dobbiamo “benedire gli altri, dire bene degli altri e dire bene a Dio degli altri”. Spesso, aggiunge il Pontefice, siamo abituati “a non dire bene” del prossimo, quando – spiega – “la lingua si muove un po’ come vuole”, invece di seguire il comandamento che Dio affida al “nostro padre” Abramo, come “sintesi della vita”: quello a camminare, lasciandosi “spogliare” dal Signore, fidarsi delle sue promesse ed essere irreprensibili. In fondo, conclude Francesco, la vita cristiana è “così semplice”.

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