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martedì 11 febbraio 2025
 
 

Il Papa a Trump: «Negli Stati Uniti non ci sia spazio per discriminazioni ed esclusioni»

21/01/2025  Il messaggio di Francesco al quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti in occasione del suo insediamento alla Casa Bianca: «È mia speranza che sotto la sua guida il popolo americano si sforzi sempre di costruire una società più giusta, dove non ci sia spazio per odio, discriminazione o esclusione». E sulla mediazione negli scenari di guerra: «Chiedo a Dio di guidare i suoi sforzi nella promozione della pace e della riconciliazione tra i popoli»

Il giuramento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti (Ansa)
Il giuramento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti (Ansa)

Distanti sulla concezione della società, a partire dalla presenza e dall’integrazione dei migranti, ma possibili alleati sul fronte della pace. Il Papa e il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ancora non si sono sentiti ma hanno già puntualizzato le rispettive visioni del mondo. Francesco ha inviato un messaggio al presidente nel giorno del suo insediamento tutt'altro che "rituale" nel quale Francesco lo richiama all'inclusione: «Ispirato dagli ideali della nazione, terra di opportunità e di accoglienza per tutti, spero che sotto la sua guida il popolo americano prosperi e si impegni sempre nella costruzione di una società più giusta, in cui non ci sia spazio per l'odio, la discriminazione o l'esclusione», si legge nel messaggio del Pontefice.

Domenica durante l’intervista in tv a Che tempo che fa le parole del Papa erano state ancora più forti quando aveva definito «una disgrazia» la possibile espulsione degli immigrati irregolari, come annunciato dallo stesso tycoon. E anche l'Osservatore Romano, qualche giorno fa aveva sottolineato la necessità di «superare le divisioni e le polarizzazioni» perché «gli Stati “disuniti” d'America sarebbero un grave pericolo per un mondo già lacerato e frammentato». Dagli Usa è il cardinale di Chicago, Blase Cupich, a sostenere le parole di Francesco: «Ci opporremo a qualsiasi piano che includa una deportazione di massa di cittadini statunitensi nati da genitori senza documenti», ha detto in queste ore.

Trump potrebbe invece essere un alleato della Santa Sede per la pacificazione dei tanti conflitti in corso nel pianeta. Sempre nel messaggio di lunedì il Papa scrive al presidente: «Mentre la nostra famiglia umana affronta numerose sfide, senza contare il flagello della guerra, chiedo a Dio di guidare i suoi sforzi nella promozione della pace e della riconciliazione tra i popoli».

Il Papa, che tanto ha ringraziato i mediatori della tregua tra Israele e Hamas, ha infatti più volte sottolineato l'importanza di «onorevoli compromessi» perché «la guerra è sempre una sconfitta». Trump che ha detto che vuole mettere fine ai conflitti rapidamente potrebbe muoversi su questo fronte. Il primo atto sembra essere proprio la tregua in Medio Oriente e a riconoscere il contributo determinante della Casa Bianca è anche la Chiesa locale, come detto dal Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, nella nostra intervista di qualche giorno fa.

Non è in agenda, almeno per ora, un possibile incontro tra il Papa e Trump (ce ne sono stati diversi in passato). Ma le reciproche posizioni sono state manifestate anche attraverso la scelta degli uomini di fiducia sul campo. Nella sede di Washington il Papa ha recentemente nominato come arcivescovo un cardinale anti-Trump, Robert McElroy, soprattutto per quanto riguarda la tutela dei diritti dei migranti. Trump, dal canto suo, lo scorso 20 dicembre aveva annunciato che Brian Burch sarebbe stato il nuovo ambasciatore americano presso la Santa Sede. Fondatore di CatholicVote, Burch è noto per la sua critica aperta al pontificato di papa Francesco.

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