Tutte le foto di questo servizio sono dell'agenzia Ansa.
Tra le cinque domande poste, quella che l'ha stimolato di più è stata l'ultima. Gliel'ha posta (in ungherese) un giovane serbo. «Santo Padre», ha detto il chierichetto giunto dai Balcani, «il nostro servizio da ministranti è bello, ci piace tanto. Vogliamo servire il Signore e il prossimo. Ma fare il bene non è sempre facile, non siamo ancora santi. Come possiamo tradurre il nostro servizio nella vita quotidiana, in opere concrete di carità e in un cammino verso la santità?». Jorge Mario Bergoglio ha sorriso: «Sì, ci vuole fatica per fare sempre il bene e diventare santi… ». Poi, serio, ha aggiunto: «Sai, la strada per la santità non è per i pigri: ci vuole fatica. Vedo che voi ministranti vi impegnate in questo cammino. Il Signore Gesù ci ha dato un programma semplice per camminare sulla via verso la santità: il comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Cerchiamo di essere ben radicati nell’amicizia con Dio, grati per il suo amore e desiderosi di servire Lui in tutto, e così non possiamo fare altro che condividere il dono del suo amore con gli altri. E per concretizzare il comandamento dell’amore, Gesù ci ha indicato le opere di misericordia.Sono una via impegnativa ma alla portata di tutti. Non è necessario andare all’università, prendere una laurea. Tutti, tutti possiamo fare le opere di misericordia. Basta che ciascuno di noi cominci a chiedersi: “Che cosa posso fare io, oggi, per venire incontro ai bisogni del mio prossimo?”, di questo prossimo: dei miei fratelli, di mio papà, di mamma, dei nonni, dei miei amici, dei poveri, degli ammalati…; ma uno, uno al giorno. Che cosa posso fare io per venire incontro ai bisogni del mio prossimo? E non importa se sia amico o sconosciuto, connazionale o straniero, è il prossimo. Credetemi, così facendo potete diventare davvero santi, uomini e donne che trasformano il mondo vivendo l’amore di Cristo. E’ vero, non è facile, costa fatica. Ma, ricordatevi, lo dico un’altra volta: la strada verso la santità non è per i pigri».
L'udienza con il Papa, nel pomeriggio di martedì 31 luglio, ha rappresentato il momento più atteso e importante del 12° pellegrinaggio promosso dal Coetus internationalis ministratium (Cim), la Federazione internazionale dei ministranti. Sono oltre 70 mila i ragazzi e le ragazze giunti nella capitale in rappresentanza di 19 Paesi, soprattutto Germania (circa 60 mila) e Austria (4 mila), cosa che ha reso il tedesco la lingua più parlata, ma anche Belgio, Francia, Gran Bretagna, Croazia, Lussemburgo, Portogallo, Romania, Russia, Svizzera, Serbia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Ucraina, Ungheria. Presenti pure gruppi di altar boys e altar girls degli Usa e dei Caraibi (Antigua e Barbuda) Il motto scelto è stato tratto dal versetto 15 del salmo 34: “Cerca la pace e inseguila”.
In v ista dell'udienza di martedì 31 luglio, a fronte del gran caldo, sono state distribuite a tutti i partecipanti una serie di istruzioni per non rischiare di sentirsi male: bere, mangiare frutta, bagnarsi la testa e usare un cappello. Inoltre, sfruttare il fresco delle chiese e delle catacombe, dove magari celebrare la Messa. Il pellegrinaggio del Cim si è svolto per la prima volta nel 1962 e dal 1980 viene organizzato a intervalli regolari ogni quattro o cinque anni.