Il Papa si siede, un po' influenzato, per leggere gli auguri ai dipendenti vaticani. Francesco li ringrazia per il loro lavoro «per l’impegno che mettete per fare
le cose bene, sempre, anche quando non c’è nessun riconoscimento. Vorrei ringraziare in modo
particolare quelli tra voi che da tanti anni fanno lo stesso tipo di lavoro, un lavoro spesso nascosto, e
cercano di fare le cose come si deve. Sappiamo che questo è normale, è semplicemente fare il
proprio dovere; ma sappiamo anche che per noi esseri umani non è facile, noi non siamo macchine
– grazie a Dio! – e a volte abbiamo bisogno di un incentivo, o di cambiare un po’...».E poi chiede «perdono per gli scandali che ci sono stati nel
Vaticano» dicendo anche che occorre «pregare, pregare per le persone coinvolte, perché chi ha sbagliato si ravveda e
possa ritrovare la strada giusta».
Infine incoraggia i dipendenti perché si prendano «cura
del vostro matrimonio e dei vostri figli. Prendervi cura, non trascurare. Il matrimonio è come una
pianta. Non è come un armadio, che si mette lì, nella stanza, e basta spolverarlo ogni tanto. Una
pianta è viva, va curata ogni giorno: vedere come sta, mettere l’acqua, e così via. Il matrimonio è
una realtà viva: la vita di coppia non va mai data per scontata, in nessuna fase del percorso di una
famiglia. Ricordiamoci che il dono più prezioso per i figli non sono le cose, ma l’amore dei genitori.
E non intendo solo l’amore dei genitori verso i figli, ma proprio l’amore dei genitori tra loro, cioè la
relazione coniugale».
Il Papa insiste sul fatto che non bisogna andare a dormire prima di aver fatto pace e che non bisogna che nella famiglia entri «la guerra fredda». Ricorda l'importanza dei nonni e spiega che «il Giubileo va vissuto anche nella chiesa
domestica, non solo nei grandi eventi! Anzi, il Signore ama chi pratica la misericordia nelle
circostanze ordinarie. Questo voglio augurarvi: di sperimentare la gioia della misericordia,
incominciando dalla vostra famiglia».