Una giovane religiosa cinese, suor Teresina, al secolo Chaoying Cheng consegna al Papa una sciarpa rossa. Le fotografie di questo servizio sono dell'Osservatore Romano e dell'agenzia Ansa.
«Faccia tosta». La chiede esplicitamente il Papa ai 300 giovani che sono giunti a Roma per il presinodo. Anzi a «tutti i 15.340» che sono collegati anche via internet. «Speriamo che domani siano di più in questo nostro interloquire per fare uscire quello che ognuno di voi e di noi abbiamo nel cuore», dice Francesco aprendo la giornata. Dal 19 al 24 i ragazzi di tutti i continenti si confronteranno per presentare poi a Bergoglio, nel corso della domenica delle Palme, il documento finale che sarà discusso anche dai padri sinodali il prossimo ottobre. Una settimana per parlare e per ascoltarsi. «Parlare con coraggio. Senza vergogna, no. Qui la vergogna si lascia dietro la porta. Si parla con coraggio: quello che sento lo dico e se qualcuno si sente offeso, chiedo perdono e vado avanti. Voi sapete parlare così. Ma bisogna ascoltare con umiltà. Se parla quello che non mi piace, devo ascoltarlo di più, perché ognuno ha il diritto di essere ascoltato, come ognuno ha il diritto di parlare».
Il Papa è il primo ad ascoltare le domande dei ragazzi. E a cominciare a dare risposte. Ci sono le ferite aperte, il lavoro cche non c’è, lo sfruttamento, i dubbi. Francesco parla del suicidio. «Spesso siete emarginati dalla vita pubblica e vi trovate a mendicare occupazioni che non vi garantiscono un domani. Troppo spesso siete lasciati soli. il tasso di disoccupazione giovanile qui in Italia dai 25 anni in su è verso il 35%. In un altro Paese d’Europa, confinante con l’Italia, 47%. In un altro Paese d’Europa vicino all’Italia, più del 50%. Cosa fa un giovane che non trova lavoro? Si ammala – la depressione –, cade nelle dipendenze, si suicida – fa pensare: le statistiche di suicidio giovanile sono tutte truccate, tutte –, fa il ribelle – ma è un modo di suicidarsi – o prende l’aereo e va in una città che non voglio nominare e si arruola nell’Isis o in uno di questi movimenti guerriglieri. Almeno ha un senso da vivere e avrà uno stipendio mensile. E questo è un peccato sociale! La società è responsabile di questo. Ma io vorrei che foste voi a dire le cause, i perché, e non dire: “Neanch’io so bene il perché”. Come vivete voi questo dramma? Ci aiuterebbe tanto».
Parla di prostituzione rispondendo alla domanda di una ragazza nigeriana fuggita alla tratta: «Mi chiedo e ti chiedo, ma la Chiesa, ancora troppo maschilista, è in grado di interrogarsi con verità su questa alta domanda dei clienti?», chiede Blessing Okoedion. E Bergoglio commenta: «La domanda è senza anestesia. Il problema è grave. Voglio chiedere perdono a voi, alla società, per tutti i cattolici, i battezzati che fanno questo atto criminale. Il 90 per cento dei clienti è cristiano e battezzato», dice. «E per favore, se un giovane ha questa abitudine la tagli, eh! È un criminale chi fa questo. “Ma padre non si può far l’amore? No, questo non è fare l’amore, questo è torturare una donna. Non confondiamo i termini».
Parla anche di tatuaggi e clericalismo, di sacerdoti che «sono malati di spiritualismo o di mondanità» e allontanano la comunità. Riceve dalla giovane cinese suor Teresina Chaoying Cheng una sciarpa rossa, «che dà calore e ha il colore della gioia». Ed esorta i giovani a far tesoro di queste due parole, a essere comunità che scalda, con la gioia nel cuore. Infine a tutti, compresi i giovani di altre religioni e i non credenti presenti, chiede di «pregare per me e, se non potete pregare o non sapete farlo, almeno pensatemi bene».