Papa Francesco nella sua recente visita a Lesbo. Foto Ansa.
«Troppe volte non vi abbiamo accolto! Perdonate la chiusura e l'indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presenza richiede. Trattati come un peso, un problema, un costo, siete invece un dono». A pochi giorni dal suo storico viaggio nell'isola greca di Lesbo, il Papa è tornato ad occuparsi di migranti, rifugianti e richiedenti asilo. Lo ha fatto in un videomessaggio per il 35° anniversario della fondazione del Centro Astalli, l'istituzione dei Gesuiti che opera al fianco dei profughi. «Siete la testimonianza - prosegue Jorge Mario Bergoglio - di come il nostro Dio clemente e misericordioso sa trasformare il male e l'ingiustizia di cui soffrite in un bene per tutti. Perché ognuno di voi può essere un ponte che unisce popoli lontani, che rende possibile l'incontro tra culture e religioni diverse, una via per riscoprire la nostra comune umanità».
«Il Centro Astalli - ha proseguito il Pontefice - è un esempio concreto e quotidiano di questa accoglienza nata dalla visione profetica del padre Pedro Arrupe. E' stato il suo canto del cigno, in un centro di rifugiati in Asia. Grazie a voi tutti, donne e uomini, laici e religiosi, operatori e volontari, perché mostrate nei fatti che se si cammina insieme la strada fa meno paura. Vi incoraggio a continuare. Trentacinque anni sono solo l'inizio di un percorso che si fa sempre più necessario, unica via per una convivenza riconciliata. Siate sempre testimoni della bellezza dell'incontro. Aiutate la nostra società ad ascoltare la voce dei rifugiati. Continuate a camminare con coraggio al loro fianco, accompagnateli e fatevi anche guidare da loro: i rifugiati conoscono le vie che portano alla pace perché conoscono l'odore acre della guerra».
Intanto, il Centro Astalli ha presentato il Rapporto annuale delle sue attività, una fotografia aggiornata sulle condizioni dei richiedenti asilo e dei rifugiati che durante il 2015 si sono rivolti alla sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati. L'anno scorso, gli utenti dei servizi forniti dal Centro Astalli sono stati 36.000 (21.000 a Roma), assistiti da 554 volontari e da 49 operatori. Le persone in particolari condizioni di fragilità (vittime di tortura, violenza intenzionale o abusi sessuali) seguite dal Centro Astalli sono state 620.
Questi dati si inseriscono in un quadro generale ovviamente più ampio che riguiarda tutto il Paese. Nel 2015 il numero dei rifugiati approdati in Italia “è stato consistente”: 153.842 persone. Questi richiedenti asilo arrivano in gran parte dall’Africa e in misura minore da Pakistan, Afghanistan e Iraq. Le richieste di protezione presentate in Italia sono state 83.970 (20.000 in più rispetto al 2014). Circa la distribuzione sul territorio dei richiedenti asilo, Roma resta un polo importante di attrazione, ma le persone vengono distribuite in tutte le regioni d’Italia più che in passato. Il sistema di accoglienza presenta ancora molte carenze. Nel rapporto si legge che sarebbe più che mai urgente “abbandonare meccanismi emergenziali e programmare un’accoglienza mirata fin da subito a facilitare i processi d’integrazione”. Ci sono problemi per gli affitti e “ancora più faticoso è il percorso per madri sole con uno o più minori a carico”. Restano pesanti gli intoppi burocratici.
Il Centro Astalli considera il 2015 «un anno di disagi e di incertezza, che ha contribuito ad aumentare nei rifugiati la sensazione di esclusione e di incomprensione». Le restrizioni per l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario sono limitate e hanno reso problematico l’accesso alle cure per molti migranti “scoraggiando di fatto qualunque percorso di prevenzione”. Una nota positiva. Di fronte a una emergenza come quella del 2015, con risvolti che hanno interessato tutta l’Europa, “la risposta della società civile è spesso generosa e pronta a raccogliere le sfide dell’incontro con flessibilità e concretezza”. Sollecitato direttamente da papa Francesco, l’impegno delle comunità religiose per l’accoglienza ha portato a risultati. A Roma nel 2105 sono state 14 le congregazioni religiose che hanno aperto le loro porte ai rifugiati, altri 9 istituti si preparano a farlo. Da parte sua, il Centro Astalli ha coinvolto 24.000 studenti di 13 città italiane in progetti didattici sul diritto d’asilo e sul dialogo interreligioso.