È stato il tradizionale discorso del Santo Padre alla curia romana per gli auguri di Natale l’occasione per Francesco per toccare la piaga dolorosa della pedofilia nella Chiesa. «La Chiesa da diversi anni è seriamente impegnata a sradicare il male degli abusi, che grida vendetta al Signore, al Dio che non dimentica mai la sofferenza vissuta da molti minori a causa di chierici e persone consacrate: abusi di potere, di coscienza e sessuali» ha detto Francesco. «Pensando a questo doloroso argomento mi è venuta in mente la figura del re Davide – un «unto del Signore» (cfr 1 Sam 16,13; 2 Sam 11–12). Egli, dalla cui discendenza deriva il Bambino Divino – chiamato anche il “Figlio di Davide” –, nonostante il suo essere eletto, re e unto del Signore, commise un triplice peccato, cioè tre gravi abusi insieme: abuso sessuale, di potere e di coscienza. Tre abusi distinti, che però convergono e si sovrappongono».
Parole dure quelle del Papa verso quei sacerdoti che ancora oggi si macchiano dipedofilia e altri abusi: «Anche oggi ci sono tanti “unti del Signore”, uomini consacrati, che abusano dei deboli, approfittando del proprio potere morale e di persuasione. Compiono abomini e continuano a esercitare il loro ministero come se niente fosse; non temono Dio o il suo giudizio, ma temono soltanto di essere scoperti e smascherati. Ministri che lacerano il corpo della Chiesa, causando scandali e screditando la missione salvifica della Chiesa e i sacrifici di tanti loro confratelli. Anche oggi, cari fratelli e sorelle, tanti Davide, senza batter ciglio, entrano nella rete di corruzione, tradiscono Dio, i suoi comandamenti, la propria vocazione, la Chiesa, il popolo di Dio e la fiducia dei piccoli e dei loro familiari. Spesso dietro la loro smisurata gentilezza, impeccabile operosità e angelica faccia, nascondono spudoratamente un lupo atroce pronto a divorare le anime innocenti. I peccati e i crimini delle persone consacrate si colorano di tinte ancora più fosche di infedeltà, di vergogna e deformano il volto della Chiesa minando la sua credibilità. Infatti, la Chiesa, insieme ai suoi figli fedeli, è anche vittima di queste infedeltà e di questi veri e propri “reati di peculato”».
Parole pesanti quelle di Francesco e una volontà chiara. Quella della Chiesa di «compiere tutto il necessario per consegnare alla giustizia chiunque abbia commesso tali delitti. La Chiesa non cercherà mai di insabbiare o sottovalutare nessun caso. È innegabile che alcuni responsabili, nel passato, per leggerezza, per incredulità, per impreparazione, per inesperienza – dobbiamo giudicare il passato con l’ermeneutica del passato – o per superficialità spirituale e umana hanno trattato tanti casi senza la dovuta serietà e prontezza. Ciò non deve accadere mai più. Questa è la scelta e la decisione di tutta la Chiesa».
E un appuntamento di riflessione e discernimento: «A febbraio prossimo la Chiesa ribadirà la sua ferma volontà nel proseguire, con tutta la sua forza, sulla strada della purificazione. La Chiesa si interrogherà, avvalendosi anche degli esperti, su come proteggere i bambini; come evitare tali sciagure, come curare e reintegrare le vittime; come rafforzare la formazione nei seminari. Si cercherà di trasformare gli errori commessi in opportunità per sradicare tale piaga non solo dal corpo della Chiesa ma anche da quello della società. Infatti, se questa gravissima calamità è arrivata a colpire alcuni ministri consacrati, ci si domanda: quanto essa potrebbe essere profonda nelle nostre società e nelle nostre famiglie? La Chiesa dunque non si limiterà a curarsi, ma cercherà di affrontare questo male che causa la morte lenta di tante persone, al livello morale, psicologico e umano».
Il Pontefice ha poi proseguito ringraziando i media per il loro lavoro di smascheramento “di questi lupi”: «Parlando di questa piaga, alcuni all’interno della Chiesa si infervorano contro certi operatori della comunicazione, accusandoli di ignorare la stragrande maggioranza dei casi di abusi, che non sono commessi dai chierici della Chiesa – le statistiche parlano di più del 95% - e accusandoli di voler intenzionalmente dare una falsa immagine, come se questo male avesse colpito solo la Chiesa Cattolica. Invece io vorrei ringraziare vivamente quegli operatori dei media che sono stati onesti e oggettivi e che hanno cercato di smascherare questi lupi e di dare voce alle vittime. Anche se si trattasse di un solo caso di abuso – che rappresenta già di per sé una mostruosità – la Chiesa chiede di non tacere e di portarlo oggettivamente alla luce, perché lo scandalo più grande in questa materia è quello di coprire la verità. Ricordiamo tutti che solo grazie all’incontro con il profeta Natan Davide comprende la gravità del suo peccato. Abbiamo bisogno oggi di nuovi Natan che aiutino i tanti Davide a svegliarsi da una vita ipocrita e perversa. Per favore, aiutiamo la Santa Madre Chiesa nel suo compito difficile, ossia quello di riconoscere i casi veri distinguendoli da quelli falsi, le accuse dalle calunnie, i rancori dalle insinuazioni, le dicerie dalle diffamazioni. Un compito assai difficile, in quanto i veri colpevoli sanno nascondersi scrupolosamente, al punto che tante mogli, madri e sorelle non riescono a scoprirli nelle persone più vicine: mariti, padrini, nonni, zii, fratelli, vicini, maestri... Anche le vittime, ben scelte dai loro predatori, spesso preferiscono il silenzio e addirittura, in balia della paura, diventano sottomesse alla vergogna e al terrore di essere abbandonate».
E ha concluso con un ultimo, durissimo appello: «A quanti abusano dei minori vorrei dire
: convertitevi e consegnatevi alla giustizia umana, e preparatevi alla giustizia divina, ricordandovi delle parole di Cristo: “Chi scandalizzerà anche uno solo di questi piccoli che credono in me,
gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo!” (
Mt 18,6-7)».