«Siate pastori e non funzionari. Mediatori e non intermediari». Papa Francesco, nell’ordinare dieci nuovi sacerdoti della diocesi di Roma, ha ricordato loro che «la Parola di Dio non è proprietà vostra, è Parola di Dio e la Chiesa è la custode della Parola di Dio». Parlando a braccio il Papa, nell’omelia, ha invitato i nuovi sacerdoti a «dispensare a tutti quella parola di Dio che voi stessi avete ricevuto con gioia. Ricordate le vostre mamme, le vostre nonne, i vostri catechisti che vi hanno dato la Parola di Dio, la fede… il dono della fede. Leggete e meditate assiduamente la Parola del Signore per credere ciò che avete letto, insegnare ciò che avete appreso nella fede, vivere ciò che avete insegnato».
Francesco ha poi aggiunto: «Vi chiedo, in nome di Cristo e della Chiesa: per favore, non vi stancate di essere misericordiosi. Con l’olio santo darete sollievo agli infermi e anche agli anziani: non abbiate vergogna di avere tenerezza con gli anziani». E mentre, all’esterno, la gente continuava ad arrivare in piazza san Pietro e in via della Conciliazione per ascoltare il Regina Coeli, all’interno della Basilica, il Papa continuava a esortare i nuovi presbiteri: «Abbiate sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore che non è venuto per essere servito ma per servire e per cercare di salvare ciò che era perduto». Affacciandosi dalla finestra del palazzo apostolico, il Papa ha invitato la folla a «pregare in particolare per i nuovi sacerdoti della diocesi di Roma che ho avuto la gioia di ordinare stamani».
Spiegando la parabola del Buon Pastore il Papa ha anche sottolineato che «Il mistero della voce è suggestivo: fin dal grembo di nostra madre impariamo a riconoscere la sua voce e quella del papà; dal tono di una voce percepiamo l’amore o il disprezzo, l’affetto o la freddezza. La voce di Gesù è unica! Se impariamo a distinguerla, Egli ci guida sulla via della vita, una via che oltrepassa anche l’abisso della morte».Poi intesse un dialogo con la piazza chiedendo ai giovani se hanno mai sentito la voce di Gesù che li chiamava. «Non vi sento», ha continuato a ripetere finché i giovani non hanno urlato il loro «sì». E, al termine delle sue parole, sentendo levarsi il grido «Francesco, Francesco», ha concluso: «Vi ringrazio per il vostro saluto, ma salutate anche Gesù. Forza, insieme "Gesù, Gesù».
Dopo la preghiera del regina Coeli, papa Francesco ha poi rivolto la sua attenzione alla situazione preoccupante del Venezuela invitando a rifuggire da qualsiasi forma di violenza. Un pensiero anche ai terremotati della Cina e alla beatificazione di don Nicolò Rusca, «sacerdote valtellinese, parroco esemplare, ucciso nelle lotte politico-religiose che travagliarono l'Europa» tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo.
Infine ancora l'esortazione ai giovani: «La vita bisogna metterla in gioco per grandi ideali. Ricordate questo!».