Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 04 ottobre 2024
 
dossier
 

Il Papa al Cenacolo: «Da qui la Chiesa parte missionaria»

26/05/2014  L'ultima tappa del viaggio di Jorge Mario Bergoglio è stata la Messa presieduta dal Papa nel Cenacolo con gli ordinari di Terra Santa. Il Santo Padre ha ribadito l'esigenza - per i credenti - di uscire dal tempio per andare incontro alla gente.

È parlando della Chiesa “in uscita” che papa Bergoglio conclude la tre giorni in Terra Santa. L’ultimo pomeriggio prima della partenza è interamente dedicato a incoraggiare i cristiani nella loro missione. Prima, con il pranzo alla Custodia di Terra Santa, spostando l’appuntamento che era invece previsto al Notre Dame, poi con il nuovo incontro privato con Bartolomeo e infine al Getsemani e al Cenacolo.

È qui, in questa che formalmente è oggi considerata una ex moschea di proprietà dello Stato di Israele, che il Papa traccia «l’orizzonte del Risorto e della Chiesa». Il Cenacolo, dove la Chiesa è nata, ci ricorda che la Chiesa da qui è «partita, con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Gesù negli occhi, e lo Spirito d’amore nel cuore». Ma uscire no vuol dire dimenticare, anzi. La Chiesa in uscita «custodisce la memoria di ciò che qui è accaduto». Il Cenacolo ci ricorda «il servizio, il sacrificio, l’amicizia, il congedo del Maestro e la promessa di ritrovarsi con i suoi amici».

Ma ci ricorda anche, dice papa Francesco, «la meschinità, la curiosità, il tradimento». Atteggiamenti che possono essere di tutti noi quando guardiamo con sufficienza il fratello, quando lo giudichiamo, quando con i nostri peccati tradiamo Gesù. Nella messa celebrata nel luogo di cui la custodia continua a chiedere la restituzione, il Papa parla di armonia, di condivisione, di fraternità, di pace.

«Uno dei luoghi più feriti di questa terra, testimone di tante ferite anche nelle persone e nei popoli», dice padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, nel discorso conclusivo della visita di papa Francesco ricordando che celebrare al cenacolo è una eccezione. Intanto, quasi a riprova di quanto sia difficile ancora la convivenza, cominciano a girare le foto scattate ieri della polizia israeliana che carica, a porta Jaffa, un gruppo di cristiani che vorrebbe vedere il Papa passare.

La città è blindata e i cristiani non hanno potuto avvicinarsi ai luoghi dove il Papa è passato in questi giorni.  «Gerusalemme città che unisce, ma che può anche dividere», aveva detto al Getsemani il patriarca Twal. Dal Getsemani «che ricorda l’agonia, l’angoscia che non ha mai avuto sosta», aveva detto il patriarca, il Papa aveva salutato tutti i cristiani di Gerusalemme.  «Prego per loro riconoscendo le loro difficoltà in questa terra», aveva detto. Ma oggi, ancora di più, i cristiani e tutti coloro che soffrono sanno di non essere soli.

Multimedia
Il Papa a Betlemme: «Venite a pregare con me in Vaticano»
Correlati
Il Papa a Betlemme: «Venite a pregare con me in Vaticano»
Correlati
Il Papa in Israele,l'accoglienza
Correlati
I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo