Chiede a tutti di fare proprio «il proposito e l'impegno di essere operatori di pace ogni giorno, anche nel nuovo anno. Tutti i giorni operatori di pace, portare pace». E ricorda che il vero amore «non soffoca» e «non è possesso».
Dopo la Messa solenne presieduta nella Basilica di San Pietro, papa Francesco si affaccia dalla finestra dello studio del Palazzo apostolico per la recita dell’Angelus, il primo del nuovo anno nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità di Maria Santissima Madre di Dio e la 57esima Giornata Mondiale della Pace. «Per favore non dimentichiamo l'Ucraina, la Palestina, Israele che sono in guerra. Preghiamo affinché vanga la pace»», è l’appello di Bergoglio che poi saluta i partecipanti, presenti in piazza San Pietro, alla manifestazione per la pace organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio, il Movimento europeo di azione non violenta, e anche le iniziative delle comunità ecclesiali, come la marcia della Pace che si è tenuta domenica 31 dicembre a Gorizia: «Ricordo con gratitudine le innumerevoli iniziative di preghiera e di impegno per la pace che in questa giornata si svolgono in tutti i continenti».
Poi ricorda quello che sta accadendo in Nicaragua dove numerosi sacerdoti vengono imprigionati e perseguitati: «Seguo con preoccupazione quanto sta avvenendo in Nicaragua, dove vescovi e sacerdoti sono stati privati della libertà. Esprimo ad essi, alle loro famiglie e all'intera Chiesa del Paese la mia vicinanza nella preghiera. Alla preghiera insistente invito pure tutti voi qui presenti e tutto il popolo di Dio: che si cerchi sempre il cammino del dialogo per superare le difficoltà. Preghiamo per il Nicaragua».
Bergoglio ha poi rivolto un pensiero affettuoso a Mattarella che nel discorso di fine anno ne aveva elogiato il magistero a favore della pace: «Ringrazio il signore Presidente della Repubblica italiana per le espressioni augurali che mi ha indirizzato nel suo messaggio di fine anno. Le ricambio di cuore invocando la benedizione del Signore sul suo servizio e al Paese».
Il Papa evidenzia che dobbiamo guardare al modello di Maria Madre di Dio e al silenzio orante con cui ha vissuto la nascita di Gesù: «Anche le nostre mamme, con la loro cura nascosta, con la loro premura, sono spesso magnifiche cattedrali del silenzio. Ci mettono al mondo e poi continuano a seguirci, tante volte inosservate, perché noi possiamo crescere. Ricordiamoci questo: l'amore non soffoca mai, l'amore fa spazio all'altro, l'amore ci fa crescere».
Il Pontefice ha dunque invitato a pensare oggi alle madri «per imparare quell'amore che si coltiva soprattutto nel silenzio, che sa fare spazio all'altro, rispettando la sua dignità, lasciando la libertà di esprimersi, rigettando ogni forma di possesso, sopraffazione e violenza. C'è tanto bisogno di questo oggi!»