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martedì 08 ottobre 2024
 
il papa
 

«Usate i social con sobrietà, bisogna liberarsi dalla chiacchiere per incontrare Gesù»

10/12/2023  Francesco all’Angelus: «Vivere bene non vuol dire riempirsi di cose inutili, ma liberarsi del superfluo, per scavare in profondità dentro di sé, per cogliere ciò che è veramente importante davanti a Dio». E ricorda il 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani: «C’è ancora tanta strada da fare»

«Per procedere nel cammino della vita è necessario spogliarsi del di più, perché vivere bene non vuol dire riempirsi di cose inutili, ma liberarsi del superfluo, per scavare in profondità dentro di sé, per cogliere ciò che è veramente importante davanti a Dio».

Papa Francesco all’Angelus della seconda domenica di Avvento richiama al valore della essenzialità e invita a liberarsi del superfluo. «Solo se, attraverso il silenzio e la preghiera, facciamo spazio a Gesù, che è la Parola del Padre, sapremo liberarci dall'inquinamento delle parole vane e delle chiacchiere», ha aggiunto Bergoglio, invitando alla «sobrietà nelle parole, nell'uso delle cose, sobrietà nei media e nei social. Non sono solo fioretti o virtù ma sono elementi essenziali della vita cristiana».

Francesco commenta il Vangelo odierno che ha per protagonista Giovanni Battista, il precursore di Gesù che grida nel desertoe e ne annuncia la venuta invitando alla conversione. Il Papa parla proprio del deserto come di un luogo in cui non «ci si può permettere di indugiare in cose inutili, ma occorre concentrarsi su quanto è indispensabile per vivere».

Nel silenzio e nella preghiera infatti si fa spazio a Gesù. Oltre al deserto, il Pontefice si sofferma sulla voce del Battista. Essa, sottolinea, «è lo strumento con cui manifestiamo ciò che pensiamo e portiamo nel cuore». Si collega al silenzio «perché esprime ciò che matura dentro, dall’ascolto di ciò che lo Spirito suggerisce. Se non si sa tacere – aggiunge - è difficile che si abbia qualcosa di buono da dire; mentre, più attento è il silenzio, più forte è la parola». In fondo è quello che ha segnato la vita del Battista e che ha inciso sulle vite degli altri: «La potenza profetica della sua voce è legata alla genuinità della sua esperienza e alla limpidezza del suo cuore».

Al termine dell’Angelus, il Papa ha ricordato che 75 anni fa, il 10 dicembre 1948, veniva firmata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ribadendo l'impegno a continuare sulla strada maestra indicata da quel documento, il quale, ha detto, è «una via maestra sulla quale molti passi avanti sono stati fatti. Ma tanti ancora ne mancano e a volte purtroppo si torna indietro L'impegno per i diritti umani non è mai finito. A questo proposito sono vicino a tutti coloro che, senza proclami, nella vita concreta di ogni giorno, lottano e parlano di persona per difendere i diritti di chi non conta».

Francesco ha anche lanciato un appello per la Cop28 sui cambiamenti climatici in corso a Dubai: «Tra qualche giorno si concluderanno i lavori della Cop28 sul clima in corso a Dubai. Vi chiedo di pregare perché si arrivi a buoni risultati per la cura della nostra casa comune e la tutela delle popolazioni». Bergoglio ha invitato a continuare «a pregare per le popolazioni che soffrono a causa della guerra. Andiamo verso il Natale: saremo capaci, con l'aiuto di Dio, di fare passi concreti di pace?», è stata la domanda del Pontefice.

Infine, ha rivolto un pensiero commosso «per le vittime dell'incendio avvenuto all'ospedale di Tivoli» e ha espresso soddisfazione per la questione armena: «Mi rallegro per la liberazione di un numero significativo di prigionieri armeni e azeri. Guardo con grande speranza a questo segno positivo per le relazioni tra Armenia e Azerbaigian e per la pace del Caucaso meridionale e incoraggio le parti e i loro leader a concludere quanto prima il trattato di pace».

 
 
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