Cento mila persone in piazza san Pietro. Centomila ragazzi, giovani e adulti di Azione cattolica per ricordare con il Papa i 150 anni di fondazione della più antica e importante associazione del laicato cattolico di tutto il mondo. E Bergoglio ricorda il passato, le donne e gli uomini dell’Azione cattolica che hanno speso la vita nella testimonianza della responsabilità per il bene comune e lancia un appello a tornare “in politica”. “Per favore mettevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella politica con la P maiuscola”. Francesco ha ripreso il filo del lungo ragionamento proposto gioverdì all’Azione Cattolica internazionale, diffusa in 52 Paesi del mondo. E ha insistito su due cose: la fedeltà alla storia con l’appello a tornare in politica e il ruolo fondamentale della parrocchia nella Chiesa. In piazza san Pietro ai centomila di AC ha detto due volte che “la parrocchia non è un’istituzione caduca”. E per meglio sottolineare il concetto ha chiesto: “Avete capito bene?”. Bergoglio ha fatto un lungo giro tra la gente, ha fatto salire sulla papamobile alcuni ragazzi. Poi, dopo il saluto del presidente dell’Azione Cattolica italiana, Matteo Trufelli e dell’assistente ecclesiatico monsignor Gualtiero Sigismondi, ha parlato dell’Azione Cattolicia “un sogno, nato dal cuore di due giovani, Mario Fani e Giovanni Acquaderni, che è diventato nel tempo cammino di fede per molte generazioni, vocazione alla santità per tantissime persone: ragazzi, giovani e adulti che sono diventati discepoli di Gesù e, per questo, hanno provato a vivere come testimoni gioiosi del suo amore nel mondo”. Ha ricordato che anche il suo papà e la sua nonna erano dell’Azione Cattolica, sottolineando la “storia di popolo” di ogni condizione sociale e culturale che ha caratterizzato la vita dell’associazione: “ Fedeli laici che in ogni tempo hanno condiviso la ricerca delle strade attraverso cui annunciare con la propria vita la bellezza dell’amore di Dio e contribuire, con il proprio impegno e la propria competenza, alla costruzione di una società più giusta, più fraterna, più solidale”. Ha spiegato che dentro questa storia sono cresciuti donne e uomini che non vanno dimenticati: “Giuseppe Toniolo, Armida Barelli, Piergiorgio Frassati, Antonietta Meo, Teresio Olivelli, Vittorio Bachelet”. Poi ha aggiunto: “Avere una bella storia alle spalle non serve però per camminare con gli occhi all’indietro, non serve per guardarsi allo specchio, non serve per mettersi comodi in poltrona! Non dimenticare questo: non camminare con gli occhi all’indietro, farete uno schianto! Non guardarsi allo specchio! In tanti siamo brutti, meglio non guardarsi! E non mettersi comodi in poltrona, questo ingrassa e fa male al colesterolo!”. Dalla piazza è scoppiato un applauso, uno dei tanti che hanno contrappuntato il discorso del Papa. Quindi l’appello: “Azione Cattolica, vivi all’altezza della tua storia!”. E la sottolineatura dellì’importanza della parrocchia: “La parrocchia è lo spazio in cui le persone possono sentirsi accolte così come sono, e possono essere accompagnate attraverso percorsi di maturazione umana e spirituale a crescere nella fede e nell’amore per il creato e per i fratelli. Questo è vero però solo se la parrocchia non si chiude in sé stessa, se anche l’Azione Cattolica che vive in parrocchia non si chiude in sé stessa, ma aiuta la parrocchia perché rimanga in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi”. Sono parole che il Papa ha scritto nell’Evangelii Gaudium. E il riferimento alla politica di cui si è detto, che serve per “allargare il cuore delle vostre parrocchie”, con la convinzione che “ ogni vita è vita amata dal Signore, ogni volto ci mostra il volto di Cristo, specialmente quello del povero, di chi è ferito dalla vita e di chi si sente abbandonato, di chi fugge dalla morte e cerca riparo tra le nostre case, nelle nostre città: Nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale”. Infine un ‘ultmo appello: “Cercate senza timore il dialogo con chi vive accanto a voi, anche con chi la pensa diversamente ma come voi desidera la pace, la giustizia, la fraternità. È nel dialogo che si può progettare un futuro condiviso. È attraverso il dialogo che costruiamo la pace, prendendoci cura di tutti e dialogando con tutti. Cari ragazzi, giovani e adulti di Azione Cattolica: andate, raggiungete tutte le periferie!”.